Rodi punta ai collegamenti con le Tremiti per tutto l’anno

Il profumo degli agrumi si espande tra gli stretti vicoli del centro storico e si mescola agli odori intensi che il mare emana qual­che decina di metri più sotto. Rodi Garganico il mare lo ha sempre preferito dominare dall’alto, come tutti quei paesi concepiti in passato come fortezze in cui difendersi dai nemici.

Oggi, da qualsiasi parte arrivi, chiunque giunga in questo centro baciato dal sole che sorge dal mare e, come una rossa palla di fuoco, tramonta nel mare – caratteristica che lo rende unico tra i comuni del promontorio pugliese – è sempre e comunque un amico. Come restare indif­ferenti ad esempio alle pittoresche costruzioni del­l’antico borgo marinaro, edificate le une accanto alle altre quasi a volersi sovrapporre? Dai rossi coppi spiccano per singolarità e bellezza i comignoli, definiti “superstiti sentinelle di generazioni che credevano nei genuini valori della vita”. Perdersi tra strettoie e viuzze, tra portali lavorati in pietra, cornicioni finemente decorati ed antichi palazzi padronali, significa rivivere le atmosfere dei secoli scorsi, quando le incursioni dei pirati indussero le popolazioni ad erigere un castello di cui oggi sono visibile solo due torri. Proseguendo per i vicoli ripidi e scoscesi si scende al Vuccolo, piccolo rione dal nome longobardo dove nel ‘600 sorgeva una chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, il Santo più amato dello Sperone d’Italia ed a cui sono dedicate sul Gargano due grotte-san­tuari. La prima è a Cagnano Varano (comune affacciato sull’omonimo lago e distante da Rodi solo una ventina di chilometri), la seconda, quella più nota e da un anno patrimonio Unesco, a Monte Sant’Angelo, meta ogni anno di milioni di pellegrini, attratti anche dall’altro e vicino sito religioso di San Giovanni Rotondo, ormai terzo al mondo per nu­mero di fedeli. Il culto di Padre Pio è talmente diffuso che negli ultimi anni una tappa di preghiera sulla tomba del frate è divenuta quasi obbligatoria per tutti i visitatori.

Dal Vucculo, che è una balconata davvero caratteristica, le donne si affacciavano per “vucculare”, ossia per chiamare ad alta voce i mariti pescatori intenti a sistemare le reti. Chi si affaccia invece oggi dal belvedere cittadino non urla ma gode della splendida vista che abbraccia chilometri di spiagge, fino a Peschici, l’altra perla del Gargano. Puntando lo sguardo dalla parte opposta verso il campanile greco-bizantino della chiesa di San Ni­cola di Mira, sembra di ritrovarsi di colpo in un’isola delle Cicladi. Alcune isole in realtà ci sono, poche miglia marine più a nord di Rodi, ma con il mare Egeo queste hanno poco in co­mune, esprimendo invece tutta la bellezza.

C’è poi il valore aggiunto rappresentato dalle oasi agruma­rie di cui è florida tutta la zona compresa tra Rodi e Vico del Gar­gano. “Il nostro progetto di va­lorizzazione di arance e limoni – sostiene il sindaco Pinto – tende a creare una vasta rete di agrumicoltura biologica all’interno del Parco nazionale del Gargano. Colture che attraggono ad esempio molto tedeschi ed au­striaci, interessati a questi prodotti di nicchia che vanno fatti conoscere non solo a livello locale ma su scala internazionale attraverso nuove possibilità di commercializzazione”. Se per la sua straordinaria biodiversità e per la sua indiscutibile ricchezza na­turalistica, paesaggistica, culturale e religiosa Rodi è uno degli ultimi gioielli della natura italiana: Rodi è la modella ideale per indossarlo e farlo risplendere in tutta la sua luce. Preziosa si, ma alla portata di tutti.

Le Isole Tremiti, che tanto care furono anche al cantautore bolognese Lucio Dalla che sull’arcipelago adriatico dove aveva una villa con tanto di sala d’incisione, incise alcune delle sue canzoni più belle rappresentano un raro concentrato di ricchezze naturali, con rocce a strapiombo, baie popolate solo da diomedee ed ac­que ricchissime di fauna e flora sottomarina, tan­to che sono mi­gliaia i sub appas­sionati di fotografia e di scenari naturalistici che hanno eletto i fon­dali delle Tremiti come uno dei luoghi privilegiati per le incursioni nel Mediterraneo.

Rodi Garganico è l’avamposto geografico privilegiato per raggiun­gere le isole, con cui la nuova amministrazione, retta dal sindaco Nicola Pinto – appena rieletto per la quarta volta dopo una parentesi di alcuni anni – intende favorire uno scambio turistico e commerciale. Molto in questo senso può fare il nuovo porto turistico realizzato solo tre anni fa dalla società Cidonio, che lo gestisce (il Comune partecipa al 30%), e destinato a diventare uno dei fiori all’occhiello nel sistema portuale dell’Adriatico, anche dal punto di vista della ca­pacità di farsi contenitore di eventi, concerti e spet­tacoli.

“Chiederemo subito alla Regione Puglia – spie­ga il sindaco Nicola Pinto – un contributo per attivare collegamenti quotidiani marittimi tutto l’anno con l’arcipelago, oggi collegato via mare solo da Termoli, cosa impensabile per delle isole che ricadono nel territorio pugliese ma che di fatto hanno inten­sificato più legami socio-economici con il Molise. Ed invece il Gargano può essere in questo senso un altro punto strategico di connessione tra le Tremiti, la Puglia e la dorsale adriatica”. Un’altra idea del sindaco per promuovere il tu­rismo nel territorio di Rodi e dei comuni limitrofi è quella di fare sistema, invitando tutti gli altri attori istituzionali in un’operazione di marketing terri­toriale. “Tenteremo di indire al più presto una conferenza dei sindaci del Gargano settentrionale per fare gruppo e studiare insieme strategie vincenti per privilegiare anche la bassa stagione, con pacchetti di offerta turistica da fare nei mesi di maggio, giugno, settembre ed ottobre”.

Sulla destagionalizzazione dei flussi turistici pun­ta la commissione turismo del Co­mune di Rodi: “Valorizzeremo tut­to il nostro territorio, come già stiamo facendo da anni come im­prenditori – spiega il presidente della commissione l’imprendito­re alberghiero Piero Cotugno. Non abbiamo solo mare, per quanto sia questa la nostra forza trainante. A pochi chilometri ci sono la Foresta Umbra e Bosco Quarto, con all’interno dei percorsi dedicati al tre­kking, alle passeggiate a cavallo o in bicicletta. Il Gargano è poi il regno delle orchidee spontanee. Sono state censite ottantasei specie, con una con­centrazione unica in tutta Europa. Abbiamo tutto questo e pochi lo sanno. Allora il nostro compito – conclude Cotugno – sarà quello di stimolare nuove modalità di promozione turistica, magari sul web che ti consentono di allungare la stagione e di riem­pire le strutture, che qui non mancano, in tutti o quasi i periodi dell’anno”. C’è poi il valore aggiunto rappresentato dalle oasi agrumarie. “Il nostro pro­getto di valorizzazione di arance e limoni – sostiene il sindaco Pinto – tende a creare una vasta rete di agrumicoltura biologica all’interno del Parco na­zionale del Gargano. Colture che attraggono ad esempio molto tedeschi ed austriaci.

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