Hanno consegnato, simbolicamente, le chiavi delle loro attività e oggi si preparano a dare battaglia. Sono i titolari dei Bed and breakfast pugliesi che ieri hanno incontrato il presidente della IV Commissione regionale, Aurelio Gianfreda, per chiedere l’approvazione del disegno di legge sulla categoria, senza modifiche. «Oggi – spiega Dino Tabasso, presidente dell’associazione Ospitalità diffusa in Puglia – il disegno di legge sarà discusso in commissione e spero che non vengano apportate le modifiche richieste dagli albergatori, come invece ci è stato preannunciato». In Puglia ci sono 2.500 bed and breakfast; per un totale di 22 mila posti letto. «Il progetto dell’assessora Godelli andava sostanzialmente bene – prosegue Tabasso – ora ci dicono che vogliono cambiarlo, togliendo la figura dei bed and breakfast professionali fino a 20 posti letto e imponendo l’obbligo di residenza. Uccidendo quindi l’intero settore. Noi ci opporremo. Siamo pronti alla serrata. Non vincerà la lobby degli albergatori».
Sul disegno di legge c’è infatti la forte opposizione di Federalberghi che oggi sarà presente in Regione per fare valere le proprie ragioni. «Noi abbiamo consegnato una serie di emendamenti – spiega Francesco Caizzi della Federalberghi di Bari che proprio sulla questione è intervenuto – speriamo di essere ascoltati. Speriamo che qualcuno legga la legge e si renda conto di come è stata formulata: i b&b devono essere esclusivamente familiari». La situazione rischia quindi di farsi incandescente: da una parte i bed and breakfast che chiedono il riconoscimento dei loro diritti, dall’altra gli hotel che vogliono mettere dei paletti all’estensione di queste attività, «che hanno un margine di evasione dell’85,5 per cento», prosegue Caizzi. «Non è possibile – aggiunge infine Tabasso – che ci abbiano esposto ad accertamenti. di Comune e Agenzia delle Entrate ed ora che il settore viene regolarizzato, vogliono impedirci di crescere». La parola oggi alla Commissione regionale. In caso di approvazione, il disegno di legge dovrà passare dal vaglio del Consiglio.