Nicola Pinto, dopo dieci anni, torna alla guida del Comune di Rodi Garganico. Una lista, la sua, “Rodi è già domani” che, evidentemente, gli ha portato bene. Sindaco del centro garganico per due mandati consecutivi, consigliere provinciale e presidente della Comunità montana del Gargano, una militanza politica nel partito socialista che continuerà ad essere il suo punto di riferimento nella quotidiana azione amministrativa. Un’affermazione certamente non scontata alla vigilia e, proprio per questo, il “sapore della vittoria” è ancora più apprezzato.
I punti di forza del suo programma. Il turismo costituisce – spiega il neo primo cittadino – il settore trainante di tutta “la nostra economia e rappresenta la fonte primaria di reddito”. Finalizzata alla sua azione di promozione del territorio quella di lavorare affinchè la stagione turistica non si racchiuda nell’arco di tempo dei canonici mesi di luglio e agosto, ma di aumentare le presenze non solo nel periodo estivo, ma anche nei periodì di bassa stagione. Con quale strategia? “Favorendo – ci dice – una forte sinergia tra istituzioni, imprenditori e cittadini attraverso percorsi differenziati ma coincidenti. Non solo turismo ma anche agricoltura e pesca, come spinta per occupazione ed economia. L’urbanistica, problematica – sottolinea Pinto – da affrontare, non tanto pensando alla realizzazione di nuove case o di nuovi quartieri, quanto alla razionalizzazione di quelli esistenti, con il recupero del centro storico e del Pirt (Piano di recupero territoriale), per evitare un’ulteriore sottrazione di aree verdi-campagna a favore degli agglomerati urbani e, quindi, dotare la città di servizi per migliorare il livello di vita dei cittadini. Una battaglia che Pinto, da subito, si impegna a sostenere è quella del mantenimento del Tribunale: “Saranno esperite con tenacia tutte le possibili strategie, al fine – assicura – di evitare che, col ridimensionamento di tutto il sistema giudiziario, vengano soppressi gli uffici del Giudice di Pace di Rodi Garganico che assicurano la giustizia in aree geografiche ben definite. La loro soppressione, oltre ad alimentare la farraginosa lentezza dei procedimenti, determinerebbe un maggior carico di lavoro per le sedi presso cui verrebbero accorpate.
L’eredità che lascia D’Anelli? “Stiamo quantificando l’eredità che ci lascia, non in termini positivi, ma negativi, per quanto riguarda la situazione debitoria. Come pure metteremo mano al fine di risolvere i problemi di erosione della costa di levante. Altra problematica alla quale guardare con immediatezza, data la gravità del fenomeno, è quella di trovare ogni soluzione affinchè non si verichi più il fenomeno dell’insabbiamento del porto; non solo – conclude – ma anche per percorrere tutte le strade al fine di mettere in campo gli interventi di natura tecnica per risanare l’intero litorale e ridare in uso a rodiani e turisti l’antica, sottile sabbia dorata che era una vera e propria eccellenza”.
Francesco Mastropaolo
Ill./mo Sig. Sindaco,
complimenti per la riconquista del Comune di Rodi Garganico.
Concordo pienamente con la Sua idea di prolungare la stagione turistica. Cosa che qui nel Trentino/Altoadige è avvenuta da almeno vent’anni: stagione estiva, la vecchia “villeggiatura” in montagna e stagione invernale con le “settimane bianche”. Poi il “sigtema” turistico regionale si è invente le vacanze a tema: Welness, Gurmet/eno-gastronomica (…e si che la cucina dei luoghi di montagna è un po’ povera!), Vinea Tyrolensis (i vini rossi del Trentino e dell’Altoadige sono buoni -Teroldego, Lagrein, ecc- ma i bianchi sono asprigni, ad eccezione di quell’autentico “gioiello” che è il Gewuerz Traminer, da vitigno autoctono sopravvissuto alle “stragi” fatte dalla peronospera negli anni ’30), vacanze sportive (“marce longhe” di vario tipo e campionati disporti invernali di varie specialità).
La settimana scorsa sul foglio locale è comparso il seguente articolo, che incollo integralmente:
Da Bolzano la soluzione per salvare le spiagge
Progetto della Stb Italia (Podini Holding): paletti e reti impediscono l’erosione
spiagge erosione sabbia
.BOLZANO. Dalle Dolomiti al mare. Potrebbe arrivare da Bolzano la soluzione a uno dei problemi che affliggono le coste: l’erosione delle spiagge da parte del mare. Il fenomeno è causato dall’impatto sui mari di costruzioni, lavori di scavo, impianti industriali e così via. Ma come detto una soluzione potrebbe arrivare da Bolzano, almeno a giudicare dai risultati ottenuti sul litorale di Jesolo dalla Stb Italia, (Stb sta per «Save the beach» cioè «Salva la spiaggia»), società collegata alla Holding Podini. A guidarla sono due bolzanini, Alessandro Podini e Stefano Tomasi, insieme ad altri tre imprenditori, impegnati da qualche anno nell’introduzione di sistemi per ridurre inquinamenti. La ricerca li ha portati cinque anni fa negli Stati Uniti, in Florida, lungo le cui coste si stava sperimentando un nuovo sistema denominato «Beach Regeneration System». Dopo averne verificato l’efficacia si sono assicurati l’acquisizione del brevetto per l’Europa, tramite appunto la «Stb Italia» avviando quindi l’iter per collaudare il sistema anche in Italia, trovando nel Magistrato delle Acque di Venezia, Regione Veneto e Comune di Jesolo, la cui spiaggia è una delle più colpite dall’erosione, l’appoggio e i fondi necessari. Nei giorni scorsi, nell’ambito di un incontro a Jesolo sul tema «Tecniche per la protezione delle spiagge» gli imprenditori bolzanini hanno illustrato i risultati della prima stagione sperimentale. Per difendere le coste si è ricorsi finora a vari sistemi: dalle barriere di grossi massi parallele alla spiaggia ai cosiddetti pennelli, cioè barriere analoghe, ma perpendicolari alla spiaggia per frenare le correnti; per non parlare dei dispendiosissimi trasporti di sabbia da cave o del pompaggio del materiale dai fondali in mare aperto, sempre con risultati parziali, se non fallimentari soprattutto nel caso della sabbia scaricata dai camion, divorata dal mare nel giro di poche stagioni. Il sistema introdotto da Stb consiste invece in filari di paletti metallici conficcati nella sabbia, quindi amovibili, che si inoltrano nel mare per alcune decine di metri, ai quali vengono assicurate delle reti semisommerse in acciaio, di diversa porosità. La sabbia smossa dalle onde e dalle stesse correnti, soprattutto in caso di mareggiate, viene imbrigliata e trattenuta dalle reti, che riducono anche la forza delle onde. A ottobre le reti sono state installate lungo 600 metri della spiaggia di Cortellazzo, e fino a marzo la battigia si è allungata di ben 8 metri, pari a tre file di ombrelloni, con sabbia omogenea. Con l’inizio della stagione l’intero impianto sarà rimosso e la spiaggia si presenterà perfettamente lineare. La società intende proseguire con le sperimentazioni anche il prossimo inverno: si sono dichiarate interessate Toscana, Lazio, Sardegna e Salento. A Jesolo si sono risparmiati 60 mila metri cubi di sabbia pari a 600 mila euro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA [Alto Adige, 5 maggio 2012]
Non so se attraverso una rassegna stampa “tematica”, la SV ne ha avuta conoscenza. [Altre informazioni sia direttamente che tramite FB le passo a mia cugina Giulia Apicella]. Con i più cordiali saluti… dall’oriundo sanseverese Salvatore Santamaria