Ho letto le giustificazioni del geometra comunale sul progetto di efficientamento energetico ed apprezzo il buon gusto delle scuse rivolte al suo sindaco per la figuraccia fatta e fatta fare alla sua amministrazione per via del grossolano errore ammesso.
La cosa poteva finire lì, atteso l’aspetto molto giocoso dell’inchiestina interna avviata dal sindaco, ma il funzionario ha preferito d’istinto affondare il coltello nella sua stessa piaga, ed allora mi tocca ritornarci brevemente perché nella mia vita non mi sono mai permesso di offendere o di ingiuriare una sola persona onesta, ma confesso di non tollerare affatto l’ambiguità.
E vengo al punto.
- La confusione tra gli stemmi dei Comuni di Vitulazio (CE) e di Pignola (PZ) poca importa ai fini di sostanza, perché quello riprodotto sul progetto posto in gara non è sicuramente il logo del Comune di Rodi Garganico. E se “è del tutto evidente, anche ad occhio nudo”, per dirla con le stesse parole del geometra, la differenza tra loghi assolutamente simili (appunto, i due Comuni nominati), altrettanto evidente sarebbe dovuto apparirgli la differenza tra loghi sicuramente molto diversi, anche perché, almeno nello stemma, nel caso del Comune di Rodi sono assenti gli “animali rampanti”.
- “La consuetudine professionale di utilizzare schemi tipo per progettazioni, preventivi e quant’altro perché utile all’espletamento delle funzioni”, sempre usando il lessico dello stesso geometra, è una motivazione puerile.
E se questa abitudine non è frutto di una propria, sana, corretta, consapevole, responsabile elaborazione mentale, ma semplice e confuso assemblaggio di dati scaricati da internet, non può essere un mio falso aver evidenziato l’improprietà, ma costituisce un falso del suo autore, una violazione certa della proprietà intellettuale altrui, un’abitudine che non accresce la propensione professionale di chi ne fa uso, ma che lo pone, anzi, contro le regole etiche e giuridiche, - Progetto preliminare o definitivo? Il geometra sostiene essere il suo un progetto preliminare in quanto quello definitivo deve essere presentato in gara dai concorrenti interessati.
A voler sempre abbracciare la croce del maldestro “copia/incolla”, il geometra “il file” presuntivamente scaricato da internet farebbe bene a cestinarlo, e mi spiego.
Nel bando di gara, al punto 3.2, si legge che il Comune di Rodi Garganico affida “la progettazione esecutiva degli impianti di pubblica illuminazione”.
Nel disciplinare di gara, a pagina 7, è detto che nella busta C-Offerta tecnica i concorrenti devono inserirci “…. gli elaborati grafici e descrittivi relativi all’intervento proposto, in approfondimento rispetto al progetto definitivo posto a base di gara”.
Sottolineo che il bando, il disciplinare e il progetto di gara sono tutti atti a firma dello stesso soggetto, il geometra comunale, che dovrebbe scrivere cose logicamente coerenti per evitare grane e pasticci futuri.
Orbene, se il bando affida all’esterno la redazione del progetto esecutivo e le imprese interessate, secondo il disciplinare, devono presentare elaborati di approfondimento rispetto al progetto definitivo posto a base di gara, questo significa, al mio paese, che il progetto definitivo c’è, dovendo essere un necessario elaborato di gara, e se c’è non può che essere quello che il geometra nella sua memoria giustificativa chiama “preliminare” e che invece definisce “progetto definitivo” negli atti di gara.
A parte la confusione ingenerata, da cui non mi sembra possibile affrancarsi ricorrendo alla banale scusa del refuso, sarebbe anche utile che il soggetto chiarisse l’aspetto, pudicamente glissato, della sua non competenza professionale.
Egli, infatti, nonostante la direzione di un servizio tecnico comunale, è e resta pur sempre un geometra; in quanto tale, egli non può fondere il suo profilo tecnico con quello dell’ingegnere; quindi, egli non può firmare progetti di efficientamento energetico a prescindere dal livello di definizione progettuale (fattibilità, preliminare, definitivo o esecutivo).
E qui volutamente mi fermo, senza entrare nella problematica del risparmio non condiviso perché è tutto inghiottito dal privato investitore per quindici anni di gestione dell’impianto e del valore progettuale del ricambio delle lampadine.
E neppure mi soffermo per mia volontà sulla nebulosa delle similitudini (Vitulazio, Castelnuovo Cilento, San Marco Evangelista, Ceraso, nei quali Comuni analoghe gare si sarebbero concluse a favore della Cpl Concordia con bandi identicamente “ripresi”) di cui parla l’articolo pubblicato su “L’Attacco” di ieri.
Preciso solo che questo quotidiano è accreditato in ambienti molto lontani da me, per cui non commento per scelta personale l’articolo che dovrebbe invece indurre il geometra ad una diversa riflessione sull’utilità di un ripensamento.
Tino Petrosino
Giusta analisi.
Non solo l’analisi è perfetta ma trovarsi al cospetto di alunni somari che per un mero e pessimo scherzo del destino si trovano una tantum a sedere impunemente dietro la cattedra di chi è davvero maestro “di vita e di capacità professionale” è davvero la disgrazia più grande che una comunità possa ricevere!
Perché i soliti idioti non commentano più?