Il Califfo di Rodi

palazzo-citta-rodi-garganicoPinto è stato sorpreso con le mani nel barattolo della marmellata e reagisce come sa fare, con il suo consueto stile pacchiano, azionando la macchina del fango e rifugiandosi nella menzogna. È proprio una persona squallida, provata, politicamente incapace di costruire una strategia di futuro per la sua città; un soggetto che per nascondere la sua inettitudine distrugge il passato gioioso degli altri, un passato ovviamente che non gli poteva mai appartenere.

Da maggio 2012 in poi nulla ha più funzionato in Comune, o meglio tutto è andato nell’unico verso possibile, una direzione imposta solo dalla sua personale ambizione …. a tacer d’altro.

Dalla dichiarazione di dissesto finanziario del Comune, eludendo il naturale riequilibrio, per attribuirne le colpe ai suoi predecessori; al tentato nuovo efficientamento energetico, resettando quanto già fatto prima, con strascico di contenzioso e per ragioni oscure al comune osservatore; al conferimento di beni di pubblica proprietà per riconvertirli a profitti imprenditoriali privati; alla gestione dei rifiuti, revocata al precedente gestore, per conferirla al nuovo, sempre identico, per quasi tre anni, con sette consecutive ordinanze sindacali e per circa 4 milioni di euro; alla disintegrazione del porto turistico, riconosciuto sul nascere dalle riviste di settore come la migliore struttura diportistica internazionale e come unica nel genere (progetto di finanza) su scala regionale, una vicenda amara, anche questa fatta convergere per scelta ottusa verso un dispendioso contenzioso che si riverserà inevitabilmente, come altri da lui generati, sulle future gestioni finanziarie.

Su quanto accaduto a proposito degli errori grossolani commessi dal geometra comunale che ha redatto un progetto di miglioramento energetico (circa un milione e trecentomila euro di spesa) senza averne la legale competenza non ho bisogno di spendermi molto.

Posso solo ribadire che il geometra non è abilitato alla firma del progetto energetico e che la storiella del logo scaricato da internet è una bufala, una patacca, una giustificazione che non convince, una sorta di salvacondotto a vita, una coperta corta che non basterà per tutti, forse per uno solo.

Un alibi inconsistente perché il capitolato di Rodi, per forma, contenuto, impaginazione, articolato e soprattutto per “refusi” che si ripetono in ogni dove, è identico a quello dei Comuni di area campana di San Marco Evangelista (Ce) e di Ceraso (Sa), salvo poi fondersi, secondo il reo confesso geometra, con il logo del Comune di Pignola (Pz), tutto sommato dicendola tutta sulla regia degli elaborati piuttosto che sul maldestro tentativo del geometra di copiare dagli altri per consuetudine di lavoro.

La scoperta che non è di poco conto, perché ha rievocato i dubbi sui colloqui ischitani di Pinto, per meglio capirci quelli che sono stati intercettati e che hanno avuto ad oggetto le sponsorizzazioni in cambio di promesse presenze imprenditoriali “energetiche” nel Comune amministrato da Pinto, deve aver mandato in bestia il soggetto che è così ritornato all’Attacco.

Ritorna dunque così l’accusa rivoltami, che niente ha a che fare con gli interessi amministrati da Pinto, di ricoprire da pensionato incarichi di consulenza; questo, a mio parere, significa che egli non ha ancora una volta ben studiato oppure che la cosa gli prude molto, ma deve rassegnarsi perché egli nulla può contro la stima che altri hanno di me per ragioni professionali.

E penso che egli più specificatamente si riferisca all’incarico riconfermatomi dal Comune di Termoli, che è del tutto lecito e legittimo, e non sono il solo a dirlo; lo dice pure il Giudice per le indagini preliminari di Larino che ha spazzato via l’esposto di un paio di consiglieri di minoranza e con esso tutte le ipotesi di reato artatamente costruite sul mio conto, ma questo, Pinto, fa solo finta di non saperlo e non lo dice per convenienza.

E ancora riparla di pendenze giudiziarie sul mio conto che rinvengono dai lavori al cimitero di Termoli, eseguiti nel lontano 2008, affidati dal dirigente dei lavori pubblici ad altra impresa seconda classificatasi in gara (ma Pinto le gare non le sa fare e giustamente non le fa) dopo una terribile alluvione che aveva provocato il galleggiamento macabro di bare lungo i vialetti cimiteriali e la motivata decisione di rescindere il primo contratto. So che la cosa non piace al signor Pinto, ma il mio curriculum vitae contiene solo riconoscimenti professionali e non tabulati di uscite autostradali smentite ad arte da compiacenti amicizie.

Mi fermo qui per esigenze di spazio, sperando che il cane mediatico della calunnia venga rinchiuso.

Donato Petrosino

7 commenti

  1. Nino Gervasio

    Il suo nome, Talebano, è in grassetto su tutti i “tabulati delle uscite autostradali!” e, come sempre, all’arrivo c’è sempre l’amico d’occasione che gli porta il dono pattuito! Mi auguro che qualcuno gli doni una botte di olio di ricino da farlo cacare addosso per tutta la vita e in qualche putrida galera!

  2. Carmine d'Anelli

    Grande Nino!……quando si hanno le palle!

  3. Applausi per Nino!

  4. Donato Petrosino

    Nino, per oggi ho riso abbastanza, basta! Domani? Non si sa ….

  5. Che massa di vuoti a perdere…

  6. Vuoi unirti a noi?…

  7. Acuto acuto il commento di Giuseppe; c’è speranza per il suo futuro! Non so se collocarlo tra gli ignavi o tra le campane per il vetro, anche se lo vedrei benissimo in questa cordata di amministratori…

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