Giunta comunale, opposizione reclama «quote rosa»

D’Anelli: “la natura fiduciaria della carica assessorile rende la nomina della giunta atto a competenza esclusiva e riservata alla funzione sindacale” 

Primo Consiglio comunale con nota polemica del gruppo di opposizione “Libera…mente con Giovanna” che, dopo l’annuncio degli incarichi assessorili assegnati dal neo Sindaco Carmine d’Anelli, ha evidenziato quella che, a suo dire, sarebbe un’anomalia nella composizione della Giunta comunale. Richiamato l’art. 1, comma 137, della legge 56/2014 (nelle giunte dei comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico), il gruppo di opposizione ha sottolineato che nella formazione della Giunta di Rodi Garganico due assessori sarebbero dovuti essere di sesso femminile, giusta la possibilità per l’Ente di ricorrere alla figura dell’Assessore esterno.

Il dibattito si è quindi spostato sui social dove il Consigliere di minoranza Vecera ha dichiarato che “la Giunta del Comune di Rodi Garganico formata da una quota femminile e quattro maschili non rispecchia la legge e quindi è illegittima. Il nostro gruppo è per l’osservanza della legge, per sottolineare l’importanza delle donne in ambito amministrativo, per ridare credibilità ad un sistema non sempre trasparente”.

La risposta di d’Anelli, che già durante il Consiglio comunale di insediamento aveva chiarito che la nomina degli Assessori è una prerogativa dello stesso Sindaco, non si è fatta attendere e con un articolato post sul suo profilo social ha chiarito che “lo Statuto non obbliga il sindaco a nominare assessori esterni, potendo egli limitare la sua scelta legittimamente ai soli eletti. La natura fiduciaria della carica assessorile, inoltre, rende questa scelta, cioè la nomina della giunta, atto a competenza esclusiva e riservata alla funzione sindacale. Una prerogativa, questa, che nasce direttamente dall’ordinamento comunale, secondo cui, nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, il sindaco nomina i componenti della giunta e ne dà comunicazione al consiglio nella prima seduta successiva all’elezione (art. 46, comma 2, del Tuel). Integra poi tale disposizione il comma 137 dell’art. 1 della legge Delrio (56/2014), secondo cui, nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40% con arrotondamento aritmetico.

L’indicatore percentuale della riserva di genere – dal 2014 in poi – ha dato vita ad orientamenti ed interpretazioni, anche giurisprudenziali, assai variabili e mutevoli sul punto se debba valere, ad esempio, per ossequio alla norma, il principio dell’arrotondamento per difetto o per eccesso o del troncamento della frazione dopo la virgola,  oppure se nel numero dei componenti della giunta debba o meno calcolarsi anche il sindaco. Il ripetuto ricorso al giudice amministrativo e le diversità delle risposte giurisprudenziali danno prova che il problema di come debba essere applicata la norma di principio non possa essere delegato al giudice amministrativo, mai univoco, e neppure ai coristi dell’opposizione, ma soltanto al legislatore.

Nell’attesa di un contributo legislativo, l’interpretazione della norma, de jure condendo, tenderà sempre a preservare l’assetto elettivo nato col voto, che si caratterizza, purtroppo, per il necessario distinguo di aspettativa tra “eletti” e “non eletti”, puntando in ogni caso, per quel che ha riguardato la mia scelta, e così sarà sempre, alla naturale diversità di ruolo, prima ancora che di genere, per merito, esperienza e competenza dei nominati alla carica di assessore e dei consiglieri specificatamente delegati. L’argomento delle quote di genere (“rosa”, in maniera impropria) può benissimo alimentare lo show mediatico locale, ma escludo possa minimamente intaccare la scelta da me responsabilmente fatta, fondata in diritto e nel merito, atteso che essa è maturata nella compagine degli eletti, dando priorità a chi ha già vissuto esperienze amministrative similari per via del grande lavoro di recupero che da subito è stato avviato.

Loquaci, a volte improvvisati, giuristi di parte avversa avranno modo di esprimersi in libertà sui social media, magari con il malcelato intento  di alterare gli equilibri consolidati dal voto popolare, cosa, questa, se si vuole, un tantino diversa dall’intento collaborativo declamato nella seduta consiliare inaugurale, ma posso assicurarvi che la squadra, eletti e non eletti, è assai compatta, vive straordinariamente dei valori condivisi e svolge i ruoli assegnati, senza se e senza ma, e soprattutto senza distintivi personali che non siano ascrivibili a conoscenza e competenza” – conclude il primo cittadino rodiano.

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