“Strana la gente, strano che tutto sia così strano. Ma questa è l’anima del mio Gargano”. Sono i primi versi di un componimento che l’artista Andrea Pazienza, nato a San Benedetto del Tronto e vissuto a San Severo, dedica alla sua terra adottiva. Musicato dalla Dauniaorchestra e diventato una canzone per aiutare il Gargano colpito dall’alluvione di inizio settembre 2014, è anche il filo conduttore che Rai Italia propone nel servizio “La Garganica” per la serie “Fuori Binario”, un viaggio a bassa intensità, un transito su linee parallele, un percorso fuori dai binari, per esplorare l’anima dei territori italiani, per cogliere lo spirito del tempo e ritrovare l’antico senso delle cose nei luoghi e negli uomini che li abitano.
Il Gargano, ciclopico sperone d’Italia, per secoli è stato impervio da percorrere. Poi, nel 1931 è arrivata la ferrovia garganica a collegare paesi isolati, fendendo rocce calcaree, rendendo visibili faggeti, querce e laghi sospesi sul mare. Ispirando pittori del Bauhaus, geni del fumetto contemporaneo, cineasti di lungo corso e cantori dalle voci affilate. Nei video del regista Ferruccio Castronuovo rivive l’arrivo dei bagnanti sulle spiagge di San Menaio sul finire degli anni ’50 e la fatica dei pescatori intenti al lavoro sul trabucco di Monte Pucci a Peschici, una delle fantasiose macchine da pesca di cui è ricca l’intera costa del Gargano.