Non è solo il batterio della Xylella fastidiosa a preoccupare il mondo agricolo pugliese e di Capitanata. Se il Salento è diviso tra l’ amore per i suoi ulivi secolari, il destino del comparto economico e la guerra commerciale francese, mascherata da embargo, anche il Gargano è in subbuglio.
Gli allevatori sono alle prese con l’infinita attesa del vaccino contro la Blue Tongue, mentre i casi di brucellosi danneggiano soprattutto le imprese zootecniche più piccole. Nel marzo del 2014 la Puglia e stata annoverata fra le regioni a più alto rischio di contagio da Blue Tongue, una malattia infettiva di natura virale non contagiosa, tristemente conosciuta in Italia già dal 2001. Ad oggi si contano centinaia di capi ovini-caprini deceduti per malattia, anche a causa del ritardo con il quale è stato lanciato l’allarme. “Ci stiamo attrezzando per l’acquisto di 10mila vaccini per fronteggiare la diffusione della malattia, che almomento ha tre focolai in Salento”, ha affermato a febbraio Donato Pentassuglia, rispedendo al mittente le accuse di immobilismo lanciate da Coldiretti. L’organizzazione che riunisce gli imprenditori agricoli, nella conta dei danni provocati dalla “lingua blu”, annovera già 500 animali, pecore e capre, uccisi dalla malattia infettiva. Di qui l’sos, con la richiesta dell’ avvio immediato di una campagna vaccinale.
“Prima che sia troppo tardi”, aveva attaccato il presidente Coldiretti Puglia Gianni Cantele, “e che il numero degli animali morti salga ulteriormente”. La Blue Tongue rischia infatti di diventare la nuova Xylella, una strage di animali simile al disastro degli ulivi. “Abbiamo lavorato regolarmente e per tempo”, spiega l’assessore Pentassuglia. “Abbiamo già fatto due gare per l’acquisto dei vaccini che, però, purtroppo sono andate deserte. La terza gara l’abbiamo bandita lo scorso 11 febbraio. Nel caso in cui anche questa terza gara andrà deserta, c’è una disponibilità di vaccini da parte della Regione Sardegna che però dovremmo regolamentare”. I danni provocati dalla “lingua blu”, secondo le stime di Coldiretti, si aggirano già intorno al mezzo milione di euro. La malattia, che colpisce tutti i ruminanti ma uccide solo gli ovini non è nuova in Puglia; è nuovo invece il sierotipo del virus e, non essendo stata mal fatta una campagna vaccinale su questa tipologia, gli animali sono indifesi.
L’emergenza sta interessando tre province pugliesi, Taranto, Brindisi e Lecce, oltre a inibire l’eventuale movimentazione di capi interessati alla transumanza in provincia di Foggia.”Prevediamo”, avverte Pentassuglia, “tra giugno e luglio un focolaio ancora più importante per questo ci stiamo attrezzando. Perché, se il caso dilaga, diventa un problema anche la macellazione e l’uso della carne. Abbiamo intenzione dimettere a disposizione un budget che oscilla trai 3,5 e i 4milioni di euro per poter vaccinare tutti gli allevamenti”. Bisogna però fare presto, chiedono gli allevatori. L’indicazione del Ministero della Sanità è quella di vaccinare almeno 1’80% degli animali delle specie sensibili entro la fine di aprile. Coldiretti aveva chiesto anche di indennizzare le aziende zootecniche danneggiate dalla malattia. Ma il Gargano non resta a guardare ed esprime tutta la sua preoccupazione. “Tutti noi allevatori del Gargano abbiamo bisogno di vaccini, ma non ce ne sono. La Regione Puglia ne ha avute 4mila dosi, ma sono già finite e ne sta aspettando altre”, lamenta il sipontino Matteo Totaro, per anni presidente dell’associazione provinciale allevatori.
“Oggi (ieri, ndr) l’ associazione ha tenuto un incontro a Foggia per capire come arrivare senza problemi a svolgere la tradizionale fiera della zootecnia dal 30 aprile al 5 maggio. La situazione riguarda tutti, bisogna vaccinare l’intero allevamento e, non essendoci vaccini a disposizione, è a rischio la transumanza. Si sta avvicinando la fine di maggio, quando per via del caldo gli animali dovrebbero transumare in zone più fresche, come quelle di Isernia, Pescara, L’Aquila, Ma senza vaccino non è possibile fare la transumanza”, sottolinea Totaro, “Gli animali resterebbero sul Gargano, ecco perché molti allevatori sono preoccupati. Gli unici non interessati sono quei piccoli allevatori che restano nel nostro territorio, perché la transumanza, che ormai non è più svolta a piedi ha dei costi. Tutti aspettano il vaccino, anche io per i miei bufali. Mi serve per poterli portare in fiera”. Totaro evidenzia la differente incidenza delle due malattie del bestiame: “Non conosco casi di Blue Tongue in provincia di Foggia, mentre la brucellosi è molto presente negli allevamenti non serviti con facilità dal servizio sanitario, ovvero situati nelle zone più impervie e scarsamente raggiungibili. Peraltro, la brucellosi non riguarda solo mucche e ovini, ma può essere portata da qualunque animale. E’ necessario “fare molta prevenzione, profilassi, ma ciò costa. Inoltre, è difficile pensare di fare prelievi di sangue agli animali allo stato brado”.
Lucia Piemontese per L’Attacco