Dopo la pubblicazione del decreto di VIA, che di fatto sancisce la compatibilità ambientale dei lavori di allungamento della pista, il Gino Lisa resta sospeso tra la chiusura della Conferenza dei Servizi e il parere della Commissione Europea sulla possibilità di impiegare integralmente il finanziamento da 14milioni di euro.
Nel primo caso si tratta solo di una formalità, l’ingegner Colabufo che presiede la Conferenza, non dovrà fare altro che firmare la variante urbanistica per pubblica utilità, mentre nel secondo caso sembra che i tempi siano destinati ad allungarsi perché, se è nell’aria l’ipotesi di una riduzione del finanziamento a cui il territorio si sta comunque pian piano abituando, a destare preoccupazione è l’inevitabile allungamento dei tempi per la cantierizzazione con conseguente slittamento di una possibile ipotesi di ripresa. E comunque una volta sciolto il nodo “Aiuti di Stato” e avviati i lavori bisognerà rispettare le prescrizioni elencate nelle carte della Commissione di Valutazione d’Impatto Ambientale: a cantiere aperto bisognerà infatti fare i conti i 18 punti di tipo tecnico delineati dalla stessa Commissione e i nove presentati dal ministero per i Beni Archeologici e Culturali.
Nel primo gruppo rientrano la messa a punto di un piano di monitoraggio ambientale unico, e di un programma di smaltimento delle pietre di scavo più il rispetto della fascia oraria di sospensione dei lavori tra le 22.00 e le 6.00. Tra le regole da seguire sul secondo fronte spicca l’affiancamento del team di lavoro da parte di archeologi esperti: in caso di ritrovamento di reperti, infatti, i lavori saranno sospesi. A completare la lista di punti c’è poi un capitolo dedicato alle opere di mitigazione ambientale che contempleranno la realizzazione di una pista ciclabile lungo il Tratturo Castelluccio e la piantumazione di ginestre. Al momento tuttavia il programma resta in stand-by e lo scalo dauno attende il parere dell’Unione Europea.