Gargano, capodogli morirono per i veleni usati dall’uomo

Sono stati avvelenati. I sette giovani capodogli che, lo scorso dicembre, si spiaggiarono sulle coste del Gargano, sono stati stroncati dagli inquinanti. Lo spiega Alessandro Mazzariol, il patologo dell’Università di Padova che fu tra i primi (col prof. Nicola Zizzo dell’Università di Bari) a raggiungere la caletta di Foce Varano coi cetacei in agonia. Oggi Mazzariol è coordinatore della neonata «Unità per la necroscopia dei grandi cetacei» e, raggiunto telefonicamente dalla Gazzetta, dice: «Gli animali, tutti maschi, erano a digiuno da più di una settimana. Secondo i nostri calcoli, dato che fanno fino a 70-90 km al giorno, erano digiuni da quando, lasciato lo Jonio, sono giunti al punto dello spiaggiamento. Ciò ha portato a muovere le loro riserve lipidiche, così mettendo in circolo le sostanze inquinanti che vi erano accumulate».

Quali sostanze? «Pcb (i policlorobifenili sono sostanze tossiche bandite in Italia dal 1983; ndr); Ddt (il vecchio, maledetto, Ddt che in Italia è vietato dal 1978 ma che ancora si usa nel Nord Africa; ndr), e anche il mercurio ». «Mercurio e Pcb hanno un effetto sinergico e alterano le funzioni del sistema nervoso centrale e del sistema immunitario». «Abbiamo anche visto che, dal 1584, questo è il sesto spiaggiamento di massa di capodogli in Adriatico. Sono eventi occasionali. È come se sbagliassero strada. Per loro l’Adriatico è una sorta di trappola. Di solito poi si spiaggiano molto più a nord, verso Chioggia, Pescara. Però in quei giorni, valutando il meteo, possiamo affermare che c’erano condizioni meteo-marine favorevoli, a che si spiaggiassero proprio sul Gargano».

E perché non mangiavano? «Rimane incerto il ruolo delle prospezioni geologiche (le società petrolifere usano air-guns, cioè fucili a onde sonore, per capire cosa c’è sotto il fondale marino; ndr). Possiamo dire che le onde sonore non hanno avuto un “effetto diretto”, non hanno investito gli animali, giacché i capodogli non presentano emboli di gas o emboli lipidici. E le bolle che sono state segnalate anche nel rapporto della Regione Puglia corrispondono ad aria respirata, cioè dovute all’agonia: spiaggiati, il loro peso li ha schiacciati e lo sforzo respiratorio ha fatto sì che l’aria dei polmoni entrasse in circolo».

Può esserci stato un effetto indiretto delle ricerche petrolifere? «Non lo possiamo escludere. L’effetto indiretto degli air-guns, infatti, è una alterazione nel comportamento alimentare. Addirittura i capodogli finiscono per immergersi con una diversa inclinazione».

Questo spiegherebbe perché erano a digiuno. «Forse sono stati disturbati dalle attività di prospezione. Non siamo ancora riusciti ad avere un elenco completo delle attività di questo tipo presenti in Adriatico in quei giorni». «Infine – conclude l’esperto – stiamo cercando di capire se il mercurio trovato è solo di origine alimentare o se è connesso con l’eventuale presenza, in mare, di contenitori galleggianti pieni di pesticidi organofosforici».

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

Commenta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

error: Se ti interessa un contenuto contattaci su blog@rodigarganico.info!
Condividi il post con i tuoi amici