Buona parte delle chance di un futuro sviluppo turistico ed economico del Gargano sono legate al successo dei suoi porti turistici nuovi di zecca. Ma se il Marina di Rodi Garganico è al momento seppellito da sabbie, guai e dal contenzioso da 25 milioni di euro tra Comune e i gestori romani di Cidonio, pure Manfredonia e o Vieste soffrono la crisi del comparto.
“Siamo sinceramente dispiaciuti per quello che sta avvenendo a Rodi, La situazione con Cidonio si ricollega inevitabilmente alla difficile situazione che la nautica sta attraversando in Italia”, commenta l’imprenditore sipontino ed appassionato di nautica Romeo Di Tullo, responsabile commerciale e vicepresidente di Gespo, la società che ha realizzato e gestisce il porto turistico di Manfredonia. Per mesi priva di un direttore dopo l’addio anche del secondo addetto ai lavori, Nicola Francescucci oggi il ruolo è ricoperto dal presidente di Gespo Vincenzo Botticelli, ex direttore tecnico di Mucafer, la cooperativa edilizia sipontina (fallita nei mesi scorsi) che è stata tra i fondatori di Gespo. “La politica fiscale di questo Paese non ci aiuta affatto, senza contare che siamo, forse; quasi in recessione. Manca la liquidità, se non ci fosse la crisi noi a Manfredonia staremmo strapieni. Invece, molti tengono la barca in secco e non la usano”. Di Tullo non teme analogie col caso rodiano.
“La questione di Rodi è diversa rispetto a Manfredonia. Noi siamo gente del posto, amiamo questo territorio. Cidonio arriva da fuori. Il nostro non è solo business, ci mettiamo il cuore. Questa è la differenza principale: noi lo facciamo per lo sviluppo di questa terra”. Del Marina inaugurato due anni fa dall’allora ministro dalemiano dell’ ambiente Andrea Orlando (oggi alla giustizia), Di Tullo parla con soddisfazione: “Prevediamo una stagione migliore rispetto allo scorso anno. I porti, si sa, sono utilizzati per 5-6 mesi l’anno, ora invece siamo in periodo invernale e le barche sono a terra. In questi ultimi mesi abbiamo acquisito ulteriori clienti, anche da Svizzera, Gran Bretagna, Belgio. Il mondo della nautica è un mondo basato prevalentemente sul passaparola, conta più quello di qualunque strategia pubblicitaria”.
Parole che sembrano confermare l’assenza di rimpianti per il divorzio con il colosso inglese di MDL Marinas, che a caro prezzo aveva inizialmente preso in carico la gestione della struttura e la sua promozione nel mondo. – “I porti turistici hanno una fase di start up molto lunga, che può durare dai 5 ai 10 anni. Noi, dopo appena 12 mesi dall’inaugurazione e con una struttura agibile solo al 50%, avevamo un 30% di presenze e di rendimento. Quest’anno forse arriveremo al 40-45%. Abbiamo nel frattempo aggiunto altri servizi, come lo Yacht Service, il cantiere nautico nato da tre imprenditori locali tutti del settore, come Emiliano De Carlo, Giuseppe Armillotta e Michelangelo Paparesta. Con loro abbiamo stipulato un contratto di fitto di ramo d’azienda e adesso stanno andando molto bene. Sono strapieni di lavoro, i clienti sono assai soddisfatti. Questo fa bene sperare. In generale, siamo un Marina estremamente competitivo, godiamo di una posizione centrale e siamo andati finora meglio del previsto sulla tabella di marcia”, prosegue Di Tullo, “Certo, avremmo bisogno di migliori collegamenti. Avere un aeroporto vicino ci aiuterebbe, sarebbe essenziale per coloro che vogliono venire una volta al mese ma non lo fanno per le tante ore di viaggio”.
Che il momento sia delicatissimo per il settore lo conferma anche Giuseppina Falcone, la consigliera comunale viestana delegata al porto turistico. “Dispiace per Rodi. Sono convinta che si debba lavorare tutti insieme (Vieste, Manfredonia, Rodi, perché no anche Peschici), c’è la possibilità di interagire e far sistema, Purtroppo era indubbio ed abbastanza evidente quello che stava avvenendo a Rodi Garganico, con quei canoni demaniali la crisi del mercato e l’assenza di un business plan. Il settore soffre anche per una certa rigidità tecnica, i funzionari con cui abbiamo a che fare sono assai competenti e preparati, ma ogni a passo resta lungo e difficoltoso . A Rodi forse si pensava, inoltre, di poter raggiungere incassi maggiori, mentre a Vieste noi abbiamo incassato di più del previsto. Ma le cose restano in salita, i posti barca sono ridotti, abbiamo il secondo lotto dei lavori da completare. Il mio auspicio è che Ministero e Regione Puglia ci aiutino, che facciano la loro parte per favorire il completamento dei porti esistenti”; spiega Falcone. Nella seconda ala del porto sono previsti ristoranti, l’indispensabile cantieristica, strutture sportive.
“Per Vieste sono molto ottimista. Da quando c’è la gestione diretta da parte della società partecipata dal Comune, l’Aurora spa (dopo l’addio di Cidonio spa, ndr), abbiamo raccolto numerosi frutti. Per l’utile di esercizio è andata piuttosto bene. E’ inutile nascondere che abbiamo dei debiti pregressi, difficili da colmare se non con il completamento del secondo lotto. Questo porto ha grandi possibilità, ma pesano costi esorbitanti come i canoni alla Regione per la concessione demaniale. Incontreremo a breve l’ Agenzia del demanio e la Regione, intendiamo chiedere loro la riduzione dei canoni. Ci stiamo muovendo, inoltre per trovare altri soci e per capire se sia possibile accedere a fondi ministeriali come avvenuto per il porto di Lecce. E ci sono giunte proposte da parte di alcune società di gestione di porti sia nazionali che estere”. Al vaglio ci sono diverse opzioni: un bando per l’affidamento della gestione, un avviso pubblico per la vendita di azioni, oppure la prosecuzione della gestione diretta, ma dei soli pontili.
Lucia Piemontese per L’attacco
Dopo tante fregature,il porto ci mankava…….