Oggi non ricorre solo l’anniversario della morte di Napoleone Bonaparte cui il Manzoni dedicò una famosa poesia “Il cinque maggio”, “terrore” di generazione di studenti perché lunghissima e bisognava impararla a memoria (celebre l’incipit … “Ei fu …. “). Oggi ricorre anche l’anniversario-candelina numero 59 (1956-2015) dell’inaugurazione dell’opera terrena più importante di Padre Pio: ovvero la Casa sollievo della sofferenza, “pupilla del miei occhi” come soleva definirla il santo con le stimmate.
«Questa è la creatura che la Provvidenza aiutata da voi ha creato, non ci private del vostro aiuto» è un’altra frase attribuita a Padre Pio. «Smembreremo tutta la montagna e, faremo il resto con l’aiuto di Dio, disse il futuro santo durante un sopralluogo sul sito prima della costruzione. E così fu. I lavori ebbero inizio nel 1947. Nel 1954 la inaugurazione del Poliambulatorio e nel 1956 dell’ospedale. La Casa Sollievo, nata come clinica privata di 250 posti letto, nel1971 ottenne il primo riconoscimento giuridico, quale Fondazione di religione e di culto senza scopo di lucro (Decreto del Presidente della Repubblica n. 14 del 14 gennaio 1971). Successivamente assunse la qualifica di ospedale provinciale (Decreto del medico provinciale del 4 agosto 1971) e quindi di ospedale generale regionale (Decreto del Presidente della Regione Puglia n. 943, del 2 giugno 1980), provvedimento che ne determinò l’inserimento nel Sistema sanitario nazionale.
La natura giuridica dell’ospedale è quella di un ente privato, di proprietà della Santa Sede, che eroga pertanto un servizio pubblico. Il 16 luglio del 1991, Casa Sollievo della Sofferenza ha ricevuto la qualifica di Istituto di Ricovero e cura a carattere scientifico nel Settore delle “malattie genetiche ed eredo-familiari”, dal 5 dicembre 2012 ampliata al settore delle “Malattie genetiche, terapie innovative e medicina rigenerativa”. La classificazione quale Istituto scientifico ha rappresentato il riconoscimento ufficiale e il completamento operativo del pensiero del Fondatore che nel suo ispirato disegno aveva intuito, già 50 anni prima, che la ricerca deve costituire parte integrante dell’impegno professionale dei medici in genere, in particolare di quelli della ‘Casa”, e parte attiva del progresso scientifico.
Francesco Trotta
NE FARA’ ALTRI 59.!!!!!
NE FARA’ ALTRI 59..!!!!
per quante persone hanno assassinato e storpiato e leso per tutta la vita una santo terremoto sarebbe la soluzione migliore. andassero a togliere la merda che c’è nei reparti e mandassero qualcuno nelle missioni in africa
che t von’fa sant