Scoperte le origini della statua di San Michele custodita in San Nicola di Mira

san-michele-arcangeloScoperta dallo storico d’arte Vincenzo Rizzo la vera identità dell’autore della statua lignea micaelica, oggi custodita nella Parrocchia di San Nicola di Mira di Rodi Garganico. 

Non ci sono più misteri sulla statua di San Michele Arcangelo, attualmente venerata a Rodi Garganico nella chiesa di san Nicola di Mira e proveniente, come il Cristo morto recentemente restaurato da don Michele Pio Cardone, dal corredo statuario della Chiesa del Crocifisso, attualmente chiusa, in stand by del restauro avviato una decina di anni fa. Ebbene si; dopo dopo molti anni viene alla luce la vera identità della statua. Di sicuro da tempo è stata sottoposta ad alcuni studi da parte di studiosi locali e non, senza ottenere grandi rivelazioni. La statua molto cara alla popolazione rodiana, portata in processione nelle manifestazioni religiose solenni, da oggi ha una paternità artistica. La scoperta a cura di Vincenzo Rizzo storico dell arte è avvenuta presso l’archivio del Banco di Napoli. Lo studioso ha portato alla luce, dopo un lavoro di ricerca certosino, l’atto notarile del pagamento e del patto stipulato per la realizzazione della statua.

L’atto riporta tale dicitura: “A.D. Domenico Ciaramella, ducati 30 a 9 giugno 1788, li pagherete a Don Giuseppe Picano Scultore a compimento di 60, atteso che il restante 30 li ha ricevuti con polizza del Banco dei Poveri, in testa mia a 5 marzo 1788, e tutti i detti 60 sono di conto di 95, intero prezzo di una statua di San Michele arcangelo che dal medesimo si sta lavorando per la Congregazione dei Morti della città di Rodi Garganico (Foggia) in conformità di detta partita e non altrimenti”. Traducendo meglio tale atto, si evince che Domenico Ciaramella, tra il marzo e il giugno del 1788, paga prima 30 ducati, e a compimento della lavorazione della scultorea lignea, 60 ducati per un prezzo complessivo di 95 ducati, dati a Giuseppe Picano scultore napoletano molto rinomato all’epoca, per la lavorazione della statua di San Michele, eseguita per la Congregazione dei Morti di Rodi Garganico, ancora oggi presente e attiva in città. A rendere noto tale studio del Rizzo, pubblicato già in passato in varie conferenze, e a riproporlo per la maggiore divulgazione della strabiliante notizia è Gianluca Giambattista, studioso di Scultura napoletana originario di Ischitella.

statua-san-micheleDi rigoroso intaglio ligneo napoletano, il Santo si presenta in posizione eretta semicurva, con uno sguardo sereno e dolce, in atto di opprimere il maligno, scolpito a mo’ di drago esausto e spaparanzato a causa del suo calpestio. Possenti e dettagliati sono i fasti e gli accurati intagli del manto, scolpito per dare stabilità all’opera, che in un susseguirsi di pieghe, attraversa la totale sagoma della statura della statua, fino ad adagiarsi tra le possenti ali con grandi piume. Tale opera, secondo il Giambattista, fa parte della attività lavorativa di Giuseppe Picano, in cui, apprendendo l’arte dell’intaglio napoletano presso la bottega paterna sita a Napoli, ha eseguito l’opera su modello di quella del padre Francesco Picano. Infatti il San Michele di Rodi, che da oggi si può attribuire con certezza a Giuseppe Picano, ha sembianze molto simili con il San Michele custodito a Volturara Appula, che è opera appunto del padre Francesco Picano.

Ciò può far ipotizzarsi un “FURTO” di bozzetto al padre, per farne delle statue proprie. Di sicuro la cromia attuale non è quella presente sulla statua, in quanto sono ben visibili le ridipinture avvenute nel secolo scorso, che danno attualmente alla statua una colorazione opaca e a dir poco cupa. Per visionare la colorazione originale, data dallo stesso Giuseppe Piano, si dovrebbe agire con un dettagliato lavoro di ripulitura e restauro che porterebbe la statua di sicuro al suo antico splendore, esaltandone le forme e policromie bizzarre e piacevoli, tipiche del ‘700 napoletano. Festeggiare il 230° anniversario dell’arrivo della statua di San Michele a Rodi con un bel restauro? Perché no? L’invito è rivolto alla cittadinanza, al parroco don Michele Pio Cardone e a don Michele Carrassi, rettore del Santuario della Madonna della Libera, al clero dell’arcidiocesi, alle Associazioni e alle Istituzioni rodiane!

Accoglieranno l’invito di Gianluca Giambattista a restaurare la pregevole statua? Come si suol dire: lo scopriremo solo vivendo!

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