Il 28 dicembre 1941, moriva ad Alessandria d’Egitto ad appena 26 anni Luigi Rovelli. Nato a Rodi Garganico il 25 Aprile del 1915, è stato un aviatore e tenente della Regia Aeronautica durante la seconda guerra mondiale, insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria per causa di particolare eroismo.
A capo di una squadriglia di SM 79 aerosiluranti durante la seconda guerra mondiale, Luigi Rovelli fu autore di numerose azioni aeree contro unità navali inglesi nel Mediterraneo meridionale. Il 13 ottobre 1941, durante la prima battaglia della Sirte, Luigi Rovelli portò gli aerei della 281ª squadriglia al siluramento della corazzata Queen Elizabeth, poche miglia dal porto di Alessandria. Il 17 dicembre la squadriglia perse in azione Aldo Forzinetti (M.O.V.M. anch’egli), pochi giorni dopo, il 28 dicembre 1941, non rientrò proprio Luigi Rovelli che viene decorato quindi con la massima onorificenza militare alla memoria, a testimonianza del coraggio e dell’ardimento di un giovane che sfidò la vita andando incontro alla morte.
Con questa motivazione gli è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare: «Intrepido, valoroso capo equipaggio di velivolo autosilurante, già precedentemente distintosi in numerose vittoriose azioni belliche, compiendo bombardamenti e ricognizioni offensive, attaccando convogli, silurando navi ed abbattendo un caccia che gli aveva gravemente colpito il velivolo, partecipava ad un attacco contro un convoglio nemico fortemente scortato da navi da guerra e protetto da velivoli da caccia, incurante della violenta rabbiosa reazione aerea e contraerea, solo dominato dalla decisa volontà di colpire si scagliava anima ed arma contro le unità navali avversarie, giunto a minima distanza dall’obiettivo la sua ala veniva infranta dal fuoco nemico e con essa precipitava in fiamme sul mare, esempio magnifico di luminoso eroismo e di suprema dedizione alla patria».
Rodi Garganico ricorda il valoroso concittadino con l’omonima piazza e la scuola media statale a lui intitolate e con una lapide marmorea ubicata presso il cimitero in cui sono narrate le sue gesta eroiche.
Rodi Garganico tranne una. Rovelli non è il mio eroe.
Onori al Pilota Rovelli!
In un Paese democratico, costruito a fatica anche con il sacrificio estremo della propria giovane vita, è la maggioranza quella che vale…
IL VALOROSO CONCITTADINO..!!!!
Se avesse vinto la parte di Rovelli, “espressione superba dell’italiano di Mussolini”, non avremmo nessun paese democratico. Assolutamente si: la maggioranza vince, come nei giochi. Ma, come minoranza, ho il diritto di esprimermi e dissociarmi quando mi sento chiamata in causa (Rodi ricorda). Poi ognuno è libero di festeggiare chi vuole. Oggi, personalmente, io festeggio la liberazione dai capi di Rovelli.
Nell’articolo non è stato detto che l’aeroporto militare di Amendola, sede del 32° Stormo, è intitolato a lui.
in ricordo di lui una grande piazza
L’eroe non ha colori politici! Eroe fu Rovelli come fu Aleksandr Isaevič Solženicyn, Premio Nobel e perseguitato politico in Russia negli anni settanta. Fu eroe Nuto Revelli, prima Ufficiale degli Alpini del Regio Esercito nella campagna del Don in Russia e poi partigiano cooliberante dai fascisti e dai nazisti. Pertanto, ognuno di noi può avere la propria ideologia politica, giusta o sbagliata. L’EROE, soprattutto quando offre la propria vita ad estremo sacrificio per l’altrui futuro, resta sempre un Eroe a prescindere dal pensiero politico.
Le gesta ma soprattutto il sacrificio di un uomo per la patria prescindono dal giudizio che in seguito gli uomini danno alla storia. Rimane e si premia il gesto. infatti gli eroi sono proprio pochi, chi di noi sarebbe disposto a dare la vita per questa “democrazia”? Quindi in conclusione come si suol dire” le parole se le porta il vento” solo i fatti restano.
Stupefatto sono. E addolorato. Mai avrei potuto credere di poter sentire tali bestialità. Evidentemente sono frutto dell’imbarbarimento dei costumi e del lavaggio mentale subìto dagli italiani a partire dal dopoguerra. Un ragazzo di 26 anni, nato a Rodi, brillante ufficiale della nostra (eroica, ma sarà stata fascista anche quella?) Aviazione, muore in azione di guerra cadendo in mare ed il suo corpo non viene mai ritrovato. Di lui, oltre al ricordo di quei pochi che lo hanno conosciuto e apprezzato, resta solo la lapide con la foto e l’intitolazione della piazza nel Suo paese. Ecco che i blog lo ricordano (meno male), dandolo però in pasto ai critici di oggi che non hanno conosciuto il dramma della guerra, sapientoni che nulla sanno della nostra storia e se andranno (casomai) a vedere Redipuglia davanti ai milioni di nostri morti della prima guerra mondiale (chissà quanti Rodiani si trovano fra quelli) li classificheranno come monarchici al soldo dei Savoia! Bene. E’ vero che dobbiamo ancora pedalare per classificarci come uno Stato, uno Stato come quelli che non rinnegano il passato, lasciano nelle loro piazze anche i monumenti ai re ghigliottinati dal popolo, e conservano e onorano la memoria di coloro che sono caduti per far godere, anche agli imbecilli, gli agi vellutati della democrazia attuale. Grazie, Luigi Rovelli, del tuo sacrificio. Non ti curar di lor, ma (da lassù) guarda e passa!