Nell’ambito della nostra scuola, l’Istituto superiore “Mauro del Giudice” di Rodi Garganico (Foggia), siamo stati stimolati dai nostri docenti ad approfondire, ad analizzare e a discutere il tema della cultura della legalità, come aspetto fondamentale della tematica dell’educazione alla cittadinanza.
Partendo dalla lettura delle notizie riportate dai quotidiani e dal confronto delle idee all’interno della classe, durante l’ora settimanale di lezione dedicata all’iniziativa “Il Quotidiano in Classe”, abbiamo perseguito, come obiettivi del progetto, la promozione e la divulgazione dell’educazione alla cultura della legalità e del rispetto delle regole nel contesto del territorio del Gargano, da qualche anno in prima linea nella lotta alla criminalità mafiosa.
Per sviluppare il tema: “Il dialogo, fonte di legalità”, abbiamo invitato nella nostra scuola Carmine Pagano (regista e attore di “Teatro d’Autore”) che ha messo in scena un dramma (In nome di Dio) per ricordare Don Pino Puglisi, parroco del quartiere Brancaccio di Palermo ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. La storia del sacerdote siciliano che, nonostante fosse nel mirino della mafia, lottò per il ripristino della legalità in una terra abbandonata a se stessa, dove la mafia trovava manovalanza a basso costo e futuri “uomini d’onore”, non era conosciuta da noi ragazzi. Il suo estremo sacrificio meritava di essere ricordato anche a Rodi, nella nostra scuola.
L’importanza delle istituzioni, della funzione educatrice della scuola e delle infrastrutture culturali rappresentò il punto nodale dell’impegno umano, sociale e religioso di Don Puglisi. Vedendo l’attore Carmine Pagano, che ripercorreva il percorso del sacerdote siciliano, ci siamo emozionati e ci siamo messi nei panni di quell’uomo che è morto per i suoi ideali. Non è morto inutilmente, perché è rimasto impresso nella memoria. Dovrebbero esistere più persone come Don Pino Puglisi: è stato un grande, nel suo piccolo!
Secondo noi è giusto parlare di mafia nelle scuole, per combattere la mentalità mafiosa che è presente purtroppo, nel nostro territorio, il Gargano. Dobbiamo combattere la mafia non soltanto con i cortei, le denunce, le proteste (anche se tutto questo ha valore) ma – come diceva Don Puglisi – non dobbiamo fermarci a questo livello, altrimenti sono soltanto parole. Le parole devono diventare fatti! Basta un piccolo gesto per combattere la mentalità mafiosa. Don Puglisi insegnò ai ragazzi che i mafiosi violenti e che dettavano legge a Brancaccio non erano da ammirare: esistevano modelli diversi! Don Puglisi riuscì a cambiare, con la mano di Dio, anche i ragazzi “scampanati”. Hanno studiato ed ora sono persone colte e affermate nella vita professionale.
Dal punto di vista comunicativo, dare forma teatrale alla storia di Don Puglisi è stato molto efficace: il personaggio sembrava essere tornato in vita, grazie alla bravura di Carmine Pagano (che oltre ad interpretare il personaggio, era anche autore e regista dello spettacolo). Noi possiamo anche leggere su Internet le notizie, ma vedere la rappresentazione dal vivo di una vicenda è tutt’altra cosa, vivi l’emozione della storia. E’ stato bellissimo, un’emozione da ripetere!
Come classe III Geometri CAT abbiamo partecipato, insieme ad altre classi della nostra scuola e di altri Istituti superiori garganici, al Convegno “La Mafia Garganica”, tenutosi recentemente all’Auditorium “Raffaele Lanzetta” di Vico del Gargano.
Il Centro Studi “Parlamento della Legalità” (che ha organizzato questo incontro insieme all’Ordine degli Avvocati del circondario del Tribunale di Lucera), è un’associazione siciliana, nata precisamente nel Comune di San Cipirello (vicino a San Giuseppe Jato, a pochi chilometri da Corleone), che ha iniziato il suo cammino culturale parlando principalmente ai giovani e facendolo nel mondo scuola e nelle associazioni, per responsabilizzare adolescenti, giovani, gente di “buona volontà” a essere artefici e protagonisti della propria storia, collaborando ad una cittadinanza attiva per un presente “a colori”, per riaccendere in ogni persona, alla luce del proprio talento naturale, la fiamma della fede nei valori della vita e della Costituzione italiana. La sua mission è riassumibile nel seguente motto: Ogni uomo deve potenziare le proprie qualità per il bene della collettività.
Il convegno è piaciuto molto, perché ha trattato un argomento che interessa tutti noi. Ogni intervento è stato bello e interessante, ma quello di Nicolò Mannino, presidente del Centro Studi Parlamento della Legalità, è stato strepitoso. Con una fluidità eccezionale nel parlare e nel dialogare con noi ragazzi, Mannino ci ha parlato della mafia … e non solo. Con noi ha scherzato, ci ha fatto ridere e in alcuni momenti anche divertire, ma quando intraprendeva un discorso serio come il racconto di storie di vita di alcuni ragazzi, e parlava di come le loro madri affrontavano la situazione, cambiava il suo tono di voce, e … piombava un silenzio e una serietà da parte di noi tutti. Ci ha fatto accapponare la pelle il suo racconto su Giuseppe di Matteo, vittima delle ingiustizie della mafia: l’11 gennaio 1996, dopo quasi due anni di prigionia, il piccolo Giuseppe fu strangolato sciolto nell’acido nitrico per punire il padre Santino Di Matteo, che si era “pentito” ed era diventato collaboratore di giustizia.
Non abbiamo mai visto, nella nostra esperienza scolastica, 300 ragazzi che ascoltavano a bocca aperta quello che diceva Mannino: nessuno parlava, nessuno usciva fuori per fumare o cose del genere. Siamo molto contenti che ci hanno dato la possibilità di vivere questa giornata e questi momenti, per poter capire e soffrire insieme per le varie morti di tutte quelle persone innocenti.
Ci ha colpito in particolare una frase: “Bisogna vivere ogni attimo intensamente, anche se è brevissimo, riempiendolo di vita!”.
Solo un’ultima parola “Grazie!”.
Jessica Coccia, Aurora Troccolo, Giuseppe Carisdeo, Elvira La Malva.
III GEOMETRI (COSTRUZIONI AMBIENTE TERRITORIO)
ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “MAURO DEL GIUDICE” RODI GARGANICO (FG)
TEMA VINCITORE I PREMIO CONCORSO “LA LEGALITA’ NEL QUOTIDIANO”
FOTO A CURA DELLA PROF.SSA TERESA MARIA RAUZINO