Il sistema dei beni culturali della Puglia sta per essere investito da una doccia benefica, una pioggia di denaro. E mai come questa volta la metafora è giustificata. Sono in arrivo 113 milioni ed è facile intuire che si tratti di’ una cifra assai imponente visto che si parla di tutela e valorizzazione dei beni culturali. Comparto nel quale gli stanziamenti sono sempre esigui, soprattutto in rapporto alla vasta e diffusa presenza di edifici e monumenti da tutelare. Si tratta di risorse di derivazione europea (accompagnati dall’indispensabile quota di cofinanziamento nazionale) e fondi statali in senso stretto. Fanno parte del cosiddetto Poin (programma operativo interregionale) denominato «Attrattori culturali, naturali e turismo» e del Piano di azione e coesione, (ex fondi Ras, statali). Non sono annotazioni burocratiche, ma ma puntualizzazioni che fanno ben intendere come sia opportuno fare massa critica integrando fondi europei e statali.
Le risorse complessive ammontano a 372 milioni e sono destinate a 4 Regioni meridionali, quelle definite «Obiettivo Convergenza» da Bruxelles: Puglia, Campania, Sicilia, Calabria. La Sicilia porta a casa la cifra più alta (135 milioni), alla Campania andranno 88 milioni, alla Calabria 35. «Tuttavia – sottolinea l’assessora regionale al Territorio e ai Beni culturali Angela Barbanente – alla Puglia va riconosciuto un doppio primato: i 113 milioni che le sono assegnati sono immediatamente “cantierabili” perché i progetti sono pronti; inoltre è l’unica Regione che presenta iniziative elaborate esclusivamente dagli Enti locali e non dal ministero o dalle varie sovrintendenze». Questo perché i Comuni, assistiti ed affiancati dagli uffici regionali, sono riusciti a presentare progetti convincenti. E non sempre è così. Del resto basti. vedere il Poin «Attrattori culturali»: è rimasto per molto tempo inattivo per carenza di iniziativa e per sbloccarne l’operatività, il governo ha deciso tre anni fa di assumere in proprio il coordinamento che originariamente era stato assegnato alla Campania.
A questo punto va aggiunto un altro dettaglio: i fondi appartengono alla programmazione 2007-2013. Con la regola dei due anni di sfasatura (N+2), devono essere spesi entro il 2015; pena la loro perdita. Entro il prossimo 30 settembre, i Comuni devono indire appositi bandi di gara. Gli enti locali che non lo riuscissero a fare perderebbero il finanziamento e il relativo stanziamento andrebbe rimodulato. «I progetti – sottolinea Francesco Palumbo, direttore d’area del settore Cultura alla Regione – dovrebbero essere pronti. Ma noi siamo disponibili ad un’ulteriore fase di affiancamento perché i Comuni procedano con speditezza». Sono 54 i progetti presentati e finanziati: musei, castelli, chiese, aree archeologiche. Per importanza spiccano il restauro di Santa Maria di Siponto e San Leonardo a Manfredonia (11 milioni), l’intervento sul convitto Palmieri a Lecce (8), il museo di Santa Scolastica a Bari (7), i restauri del Castello di Carlo V a Lecce (6). Sei milioni anche al castello di Manfredonia- e a quello di Ugento, e stessa cifra andrà al Convento di Sant’Antonio a Taranto. Altri 4,9 milioni andranno alle mura Urbiche di Lecce. Medesima cifra, a Bari, per il teatro Petruzzelli e gli immobili di San Michele e San Gaetano. Sempre nel capoluogo pugliese 4 milioni andranno al castello Svevo e altrettanti al complesso di Santa Chiara. Altri 3,6 milioni saranno destinati al recupero del Palazzo del Mezzogiorno all’interno della Fiera del Levante e all’allestimento (che lì troverà spazio) di un museo del cinema (alla cifra attingerà anche il Cineporto di Lecce, analogo a quello barese).
Il Gargano è la zona con il maggior numero di interventi progettati: 5 a Monte Sant’Angelo, 5 a Manfredonia e interventi cospicui a San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis. Ricchissimo (almeno dal punto di vista del numero dei progetti) l’intervento sui musei: a Foggia, San Paolo Civitate, Ischitella, Monte Sant’Angelo, Cagnano Varano, Vico del Gargano, San Giovanni Rotondo, Vieste, Lesina, Carpignano Salentino, Corigliano d’Otranto, Vernole, Novoli, Galatina, Calimera, Cutrofiano. E poi ancora conventi e aree archeologiche. Tra queste va segnalato il parco archeologico di Rudiae a Lecce. E sempre a Lecce bisogna sottolineare i 2,5 milioni destinati al recupero della splendida abbazia di Cerrate. Gli enti locali si mettano al lavoro: è un’occasione che non si può sprecare.