Sequestrate le falesie del Gargano, la Procura scende in campo contro il rischio crolli

falesie-garganoLa decisione shock di procedere col sequestro a Vico, Peschici e Rodi è stata assunta dal PM Di Giovanni, ad un anno dalle ordinanze della capitaneria di porto di Manfredonia. Misura respinta per il comune mattinatese 

Sigilli alle falesie del Gargano, l’alto e bianco costone simbolo delle coste di questa parte di Puglia. La decisione shock di procedere col sequestro delle zone costiere caratterizzate dalla presenza della falesia è stata assunta, già nello scorso mese di giugno, dalla Procura di Foggia.

Le cause sono ben note: il fenomeno, sempre più grave, dell’erosione costiera, in uno col consumo di suolo, rende le falesie troppo fragili determinando quel rischio per l’incolumltà di cose e persone che un anno fa spinse la Capitaneria di porto di Manfredonia ad accendere i riflettori sul trascurato problema.

Il comandante Marcello Notaro adottò con due ordinanze il divieto di balneazione, sosta ed accesso in molteplici tratti del litorale garganico, tra cui alcune delle località più frequentate l’estate da turisti e residenti. Seguirono poi vertici, tavoli tecnici, sopralluoghi ed interventi, con l’obiettivo di evitare danni al comparto turistico, su cui si reggono le sorti di molte comunità locali.

Tutto sotto controllo, dunque?

Non pare, dal momento che la Procura foggiana ha chiesto il sequestro delle coste di Mattinata, Rodi Garganico, Peschici e Vico del Gargano, ritenendo evidentemente insufficienti, ai fini della tutela della pubblica incolumità, le misure attuate finora dagli enti interessati.

“A seguito della richiesta, da parte della Procura della Repubblica di Foggia, di sequestro, per un misura pari al doppio dell’altezza, di tutte le falesie ricadenti nel territorio di Mattinata si è tenuta nei giorni scorsi un’udienza davanti al Tribunale di Foggia”, fa sapere l’amministrazione comunale di Mattinata.

“Il sindaco, l’avvocato Michele Prencipe, personalmente e con l’assistenza dell’avvocato Pasquale Lanzetta, si è opposto alla suddetta richiesta di sequestro con una serie di argomentazioni giuridiche ritenute fondate dal Tribunale di Foggia, il quale ha rigettato l’invocata misura cautelare reale”.

Il pm Di Giovanni aveva chiesto ed ottenuto tale misura disposta dal gip con la sola eccezione di Mattinata, per cui è stata invece accolta la posizione del Comune. “Non entro nel merito delle aazioni della Procura, né mi interessa sollevare polemiche”, commenta a l’Attacco il sindaco Prencipe.

“Quello che posso dire è che noi ci siamo opposti, presentando nostre memorie che sono apparse evidentemente convincenti al giudice. Il gip ci ha dato ragione, escludendo il sequestro per quanto riguarda le falesie di Mattinata. Negli altri comuni non so di opposizioni ad oggi”.

Il primo cittadino della “farfalla bianca del Gargano” ci tiene inoltre a precisare che ad un anno dall’ordinanza della Capitaneria di porto di Manfredonia nel suo comune le cose sono cambiate. “Non è vero che nulla è stato fatto. Sfido a trovare altri comuni che in pochi mesi abbiano realizzato gli stessi interventi e lavori. Penso a baia delle Zagare, dove entrambe le società, quella di Pellegrini e la titolare dell’Hotel Baia dei Faraglioni, hanno investito denaro per compiere lavori, nello specifico reti di protezione poste sul costone roccioso. Oggi compaiono su tutte le loro spiagge in concessione. E’ la conferma che l’amministrazione comunale e privati si sono mossi. Anche sulla spiaggia di Mattinatella i concessionari hanno posizionato le reti sulla falesia. In un anno abbiamo sistemato le spiagge e sbloccato la situazione di empasse di Mattinatella, dove i lavori partiranno a settembre, dopo che le due imprese giunte seconda e terza alla gara d’appalto, le quali avevano presentato ricorso contro di noi, sono state definitivamente escluse”.

Anche il sindaco di Rodi Garganico Nicola Pinto appare tranquillo rispetto a quanto è stato realizzato nel proprio territorio di competenza dopo l’allarme del 2014 e l’obbligo di attivarsi per ridurre lo stato di rischio.

“Tutto parte dall’ordinanza della Capitaneria. Al nostro Comune la Procura contesta di aver omesso di posizionare cartellonistica volta ad avvisare del rischio e della distanza dalla falesia. Io sono che questi cartelli c’erano, ma sono stati rimossi o divelti. A Rodi, per quanto riguarda la statale 89, zona soggetta ad una forte erosione costiera, ci siamo attivati in collaborazione con l’Anas per evitare pericoli per la pubblica incolumità. Mi sono prontamente interessato”, spiega Pinto a l’Attacco.

“Ho ricevuto finanziamenti regionali per il ripascimento, i lavori sono terminati da qualche giorno con la realizzazione di opere murarie di sostegno. Quel tratto è stato consolidato, ne chiederemo il dissequestro. Quanto all’altro versante, quello posto tra le due gallerie, dove erano stati già fatti degli interventi, andremo a chiarire in tribunale. C’è una cosa strana”, evidenzia Pinto, “il sindaco non si occupa degli atti di gestione, che sono invece di competenza degli uffici comunali, dall’ufficio tecnico alla ragioneria. Il sindaco si limita a sovrintendere. Ad oggi non sono stato sentito, non so che altro dire al riguardo”.

Lucia Piemontese per L’Attacco

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