Poteva avere conseguenze ancor più tragiche l’avvertimento avvenuto nella tarda serata di sabato a Rodi Garganico, quando ignoti hanno esploso due fucilate caricate a pallettoni contro la finestra di un appartamento al secondo piano di uno stabile di via Michelangelo De Grazia, fittato dalla ditta romana che gestisce il porto turistico della località del Promontorio dauno. All’interno dell’abitazione c’erano un ragioniere dipendente dell’azienda e un amico, entrambi rimasti feriti dai colpi d’arma da fuoco anche se le loro condizioni non destano preoccupazione: sono stati giudicati guaribili in una decina di giorni.
Le indagini sul grave episodio sono condotte dai carabinieri della locale caserma e dai colleghi del nucleo operativo della compagnia di Vico del Gargano ch, coordinati dalla Procura di Lucera, hanno ascoltato i due feriti ed eseguiti i rilievi di circostanza. Una delle ipotesi investigative vagliate in queste primissime ore – e che ovviamente il prosieguo dell’indagine dovrà confermare o smentire – è quella di un «avvertimento» nei confronti della ditta «Pietro Cidonio spa» di Roma che gestisce il porto turistico del centro garganico. Ma «avvertimento» di che tipo? I prossimi passi investigativi saranno quelli di accertare se ai responsabili e/o dipendenti della ditta siano arrivati minacce e/o richieste estorsive, pista quasi obbligata da verificare se si pensa all’estensione del racket delle estorsioni in Capitanata e del racket della guardiania che da decenni opera e «prospera» sul Gargano come dimostrano vecchie e recenti indagini sfociate in blitz e processi.
L’allarme è scattato intorno alle 22.30 di sabato, quando due colpi d’arma da fuoco hanno rotto il silenzio. Chi ha sparato (i carabinieri stanno cercando testimoni per capire se abbia agito una o più persone e se avessero un’auto o una moto con cui sono arrivati sul posto e sono poi scappati) l’ha fatto dal livello della strada, esplodendo un paio di fucilate caricate a pallettoni contro la finestra al secondo piano dello stabile di via De Grazia. All’interno dell’appartamento, fittato dalla ditta capitolina e messo a disposizione del dipendente, c’erano il ragioniere – un ventinovenne originario di l’Aquila – e un amico di 26 anni sempre dell’Abruzzo che non lavora con la ditta. Il primo è stato colpito ad ascella, spalla e un braccio; il secondo all’emitorace sinistro: hanno dato l’allarme, sono stati soccorsi dall’ambulanza del «118» e trasportati all’ ospedale sanseverese «Teresa Masselli Mascia» per essere medicati: il ragioniere della ditta è stato giudicato guaribile in 10 giorni, il secondo in una settimana. Sul posto dell’avvertimento i militari dell’Arma hanno recuperato 9 pallettoni e frammenti di pallettoni.
L’episodio sembra collegabile al clima di intimidazioni che avvolge da qualche mese la cittadina garganica. I precedenti di questo tipo salgono, infatti, a quattro. La notte del 10 marzo ignoti diedero fuoco all’auto del vice sindaco Pino Veneziani, rogo che faceva il paio con quanto avvenuto 48 ore prima quando gli incendiari provarono a dar fuoco al suo stabilimento balneare. Due settimane più tardi – nella tarda serata di sabato 23 marzo – ci fu un avvertimento a fucilate con la dinamica simile a quello avvenuto sabato sera contro la casa al secondo piano della palazzina di via Michelangelo De Grazia: ignoti esplosero una fucilata contro la casa dell’ex sindaco Carmine d’Anelli in località «Valle». Il colpo d’arma da fuoco infranse una vetrata, rimasero illese e ovviamente spaventate la moglie dell’ex sindaco, la figlia ed un’amica di quest’ultima che erano nell’abitazione. Il 29 aprile fu trovata devastata la cappella di famiglia del nuovo vice sindaco Carlo Vallese, subentrato al collega Veneziani che si era dimesso dopo l’incendio dell’auto a marzo: chi devastò la tomba lasciò anche due proiettili calibro 7.65. Non una volta tuttavia le indagini hanno portato all’identificazione dei responsabili e degli eventuali mandanti. Il clima a Rodi Garganico è da tempo caldo, basti pensare alle riunioni in Prefettura la scorsa primavera per esaminare la situazione venutasi a creare.