Escludere i docenti abilitati con il Tirocinio Formativo Attivo (TFA) dal piano straordinario di assunzione previsto di 100 mila docenti introdurrebbe nella “Buona Scuola” una grande e innegabile ingiustizia e incoerenza.
Il TFA è un Corso di preparazione all’insegnamento di durata annuale che si è tenuto presso le Università con un considerevole numero di ore di tirocinio negli Istituti Scolastici, attribuendo all’esito di un esame finale il titolo di abilitazione all’insegnamento di determinate Discipline.
L’iter per indirlo è partito nel 2010 in relazione a 20 mila posti a disposizione individuati sulla base del reale fabbisogno della Scuola. Si è trattato di un percorso formativo altamente professionalizzante al quale si è potuto accedere tramite una selezione di tipo concorsuale organizzata in tre prove ciascuna con un punteggio di sbarramento. La prima consisteva in un test preliminare predisposto su tutto il territorio nazionale dal Ministero della Istruzione, consistente in 60 quesiti a risposta chiusa di cui 10 inerenti le competenze linguistiche e 50 inerenti la Disciplina in cui ci si voleva abilitare. Per accedere alla seconda prova bisognava aver totalizzato un punteggio non inferiore ai 21/30. La seconda prova scritta era stabilita da ciascuna Università, riguardava la Disciplina compresa nella classe di concorso per cui si concorreva, e mirava ad analizzare le capacità del candidato rispetto alle conoscenze disciplinari, di analisi, interpretazione ed argomentazione, oltre che al corretto uso della lingua italiana. Per accedere al terzo ed ultimo step, bisognava totalizzare un punteggio non inferiore ai 21/30. L’ultima prova orale atteneva alle specifiche Discipline a cui si concorreva e si riteneva superata con un punteggio non inferiore ai 15/20.
Al termine di questa rigorosa valutazione solo 11 mila vincitori hanno avuto accesso al Corso a fronte di circa 150 mila partecipanti e 20 mila posti messi a disposizione.
Anche l’anno di Corso non è stato meno impegnativo in quanto i partecipanti hanno dovuto superare una decina di esami in itinere. Circa 500 sono state le ore svolte di tirocinio presso la Scuola assegnata e con la supervisione di un tutor docente di ruolo. L’esame finale ha comportato anche una lezione svolta innanzi a una Commissione costituita da docenti universitari e di ruolo di Scuola Secondaria.
Purtroppo, però, dopo il Concorso d’ammissione, il corso e il tirocinio altamente selettivi ed onerosi, i 20 mila posti dichiarati si sono persi nei labirinti degli impenetrabili procedimenti scolastici ed al momento agli 11 mila abilitati TFA non viene consentito neanche di entrare nelle Graduatorie ad Esaurimento provinciali (GAE), escludendoli così dalle assunzioni previste dal Governo.
Fin qui la palese ingiustizia. La contraddizione è altrettanto evidente. Mentre, infatti, con il progetto di “Buona Scuola” si annuncia ripetutamente di voler dar spazio alla professionalità e alla preparazione dei docenti nel contempo si escludono gli abilitati con il Tirocinio Formativo Attivo che, pur nel rispetto delle altre categorie di insegnanti precari, hanno rappresentato inconfutabilmente un programma per l’abilitazione all’insegnamento molto impegnativo e in grado di far conseguire una elevata professionalità.
L’auspicio è che, mettendo da parte ogni rivalità, le diverse forze politiche e sindacali, riconoscendo questa lampante ingiustizia e incoerenza, cooperino per includere anche i docenti abilitati con i TFA , che sono peraltro anche i più giovani precari, nel piano di assunzione previsto dal Disegno di Legge della “Buona Scuola” .
Struttura Territoriale docenti abilitati con il TFA
info: 338 196 20 84
INGIUSTIZIA E INCOERENZA SONO MALI BRUTTI..!!!!!!