«Dobbiamo ritrovare le ragioni per stare insieme, per essere compatti perché la battaglia del “no”alla soppressione del tribunale di Rodi Garganico sarà impegnativa. E non ammette sospetti tra di noi. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione. Faccio un appello ai nostri parlamentari del territorio, ai nostri rappresentanti regionali. Chiediamo loro un aiuto concreto, azioni certe, non solo interpellanze. Questo territorio non può essere scippato di un presidio di giustizia, ne verrebbe a mancare la figura dello Stato. E Dio sa di quanto Stato abbia bisogno questa zona»: così Franco Tavaglione, sindaco di Peschici.
Il primo cittadino è reduce dall’incontro che si è svolto lunedì scorso al Tribunale, presenti avvocati, presidente dell’Ordine forense, amministratori. Tutti al capezzale del malato, la sezione distaccata di Rodi, del Tribunale di Foggia, a rischio chiusura.
Tavaglione ha percepito un aria di rivolta nel Nord del promontorio: ad accendere la miccia proprio la paventata soppressione della sezione distaccata del Tribunale decisa dal governo, ma ancor più la faccenda che nel decreto correttivo (da emanare entro il 2014) venga data al Tribunale di Lucera la possibilità di smaltire le pratiche accumulate dalla sezione distaccata di Rodi fino ad esaurimento in un limite massimo di 5 anni.
«Ma come Lucera sì e Rodi no?» l’interrogativo degli avvocati dell’area garganica (Rodi Garganico serviva Peschici, Vico del Gargano, Carpino, Ischitella, Cagnano Varano etc). Perché Lucera sì, che dista dal capoluogo di provincia (Foggia) e quindi dalla sede del Tribunale accorpante solo 15 chilometri, mentre da Rodi i chilometri sono 120? La sensazione dell’ennesima penalizzazione si è fatta strada sul Gargano ed ha scaldato gli animi, alzando una cortina di sospetti e tensione.
«Auspico che tutti capiscano che su questa partita del tribunale, una battaglia di civiltà innanzitutto – continua Tavaglione – ci giochiamo molto, noi sindaci, ma soprattutto i politici parlamentari. Noi valuteremo chi ci darà una mano concreta e chi no. E in futuro non saremo più soltanto bacino di voti elettorali, debbono capirlo. Noi sindaci del comprensorio siamo pronti ad azioni di protesta eclatanti. Anche a consegnare simbolicamente le chiavi della città a chi di dovere. Così come gli stessi avvocati stanno pensando ad alcune manifestazioni di protesta». Dalle parti del Nord Gargano, l’aria è calda ed il clima agostano di questi giorni anche quello delle giornate più roventi, non c’entra proprio nulla.
Francesco Trotta