La protesta non arretra nel cuore del Gargano. Ieri nuova manifestazione a Rodi nella sezione distaccata del tribunale di Lucera. Sede soppressa ma al momento appesa al filo sottile della sospensiva concessa dal Tar. Ma non si placano neppure le polemiche dopo l’intervista del presidente della sezione fallimentare del tribunale di Foggia, Costanzo Cea. Muove all’attacco il comitato per la tutela del tribunale di Rodi Garganico.
«Se Cea conosce situazioni di illegalità, rapporti opachi che a suo dire si consumavano nei piccoli tribunali, dovuti a commistioni tra funzionari, forse anche giudici ed avvocati, faccia i nomi a chi di dovere non sparando nel mucchio, facendo demagogia» dichiara a muso duro il presidente del Comitato, Domenico Afferrante che non lesina critiche anche all’Ordine degli avvocati e agli organi istituzionali che non hanno replicato alle considerazioni del presidente Cea. Al magistrato viene anche contestata l’affermazione sul fatto che proteste e ricorsi stanno creato un deficit di giustizia per i cittadini.
«Noi oligarchi – ironizza Ferrante riprendendo un’espressione di Cea – abbiamo solo fatto quanto ci è ancora consentito dalla legge: ricorso al Tar avverso il provvedimento ministeriale. In ossequio ai detti provvedimenti giudiziari il tribunale di Rodi doveva essere funzionante. Reclamiamo l’applicazione di un provvedimento emesso da un giudice, fino ad oggi disatteso, illegittimamente». Afferrante ricorda al presidente Cea le difficoltà per la situazione orografica del Gargano.
«Certo, non sono problemi che riguardano chi abita a Foggia ma provasse, chi vi abita ed ivi opera, ad immedesimarsi nelle situazioni altrui – conclude Afferrante – troverà le risposte ai suoi dubbi e alle sue attuali granitiche certezze».