Il nuovo anno s’apre con un’ottima notizia: scongiurata infatti la soppressione del servizio di trasporto per i disabili che fanno riferimento ai centri di riabilitazione motoria «Padre Pio» di Cagnano Varano, Carpino, Ischitella, Peschici, Rodi Garganico, Vico del Gargano e Vieste.
La soppressione del servizio era stata paventata in seguito al taglio dei costi gestionali non obbligatori deliberato dalla fondazione «centri di riabilitazione Padre Pio onlus» che, come immediata conseguenza, avrebbe portato alla dismissione del servizio trasporto utenti che era a totale carico della fondazione. Il provvedimento, se fosse stato portato a termine, avrebbe avuto come indiretta conseguenza anche il licenziamento di venti autisti con le spese di trasporto a totale carico degli utenti.
Le famiglie dei pazienti dei centri di riabilitazione avevano avviato trattative per poter trovare un’intesa definitiva con la fondazione per il mantenimento di un servizio essenziale per i più bisognosi: lo strumento al quale avevano fatto ricorso era una petizione popolare che, in pochissime ore, aveva raccolto oltre duecento firme e mille contatti via web.
Per garantire la continuità del servizio, senza costi per i pazienti, se ne sono fatte carico le amministrazioni comunali che hanno inserito l’importo nel piano di zona. «E’ uno strumento normativo – spiega il sindaco di Ischitella, Piero Colecchia – che rappresenta l’occasione offerta alle comunità locali per leggere, valutare, programmare e guidare il proprio sviluppo e va visto e realizzato come piano regolatore del funzionamento dei servizi alle persone. In sintesi è la risposta all’esigenza di passare da una cultura assistenziale di erogazione di prestazioni alla persona bisognosa ad una politica positiva di servizi».
Se non fosse stata trovata questa soluzione dagli amministratori dei Comuni del Gargano nord che fanno parte del piano di zona, il rischio di licenziamento degli autisti e accompagnatori dopo oltre vent’anni di servizio sarebbe stato più che un dato di fatto. Le famiglie dei pazienti, di fronte alla paventata soppressione del servizio di trasporto, si erano mobilitate rimarcando come a rimetterci ancora una volta sarebbero state le fasce deboli della popolazione che oltre al disagio per le condizioni fisiche, non sempre hanno le risorse finanziarie sufficienti per far fronte ai costi del trasporto.
Grazie alla programmazione degli amministratori che hanno preso a cuore la problematica, è stato possibile dare in tempi tempestivi la risposta in termini non di promessa bensì di risoluzione. L’immediatezza del provvedimento adottato dai sindaci è un segnale positivo per guardare avanti con fiducia. Tra l’altro, altro aspetto positivo, nelle more della soluzione del problema non c’è stata l’interruzione del servizio di trasporto che avrebbe procurato ulteriore disagio ai più deboli, avendo ben presente che per molti di loro la navetta è l’unico mezzo comodo e sicuro per potersi permettere un’ora di fisioterapia al giorno: si parla di bambini e adulti, molti dei quali con patologie invalidanti.