Rodi si ribella: «Il Vescovo non tocchi le parrocchie»

È un coro unanime di protesta quello che giunge dalla popolazione di Rodi Garganico contro la paventata riorganizzazione delle parrocchie cittadine ad opera di Mons. Michele Castoro, Arcivescovo della diocesi di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo. A preoccupare i fedeli è la possibilità che venga soppressa una delle due parrocchie esistenti a Rodi Garganico – e con essa la sua storia plurisecolare – ovvero che il nuovo sacerdote in arrivo sia insufficiente a garantire un’adeguata assistenza spirituale agli stessi fedeli e ai numerosi ospiti estivi della città garganica, complice il raggiungimento dell’età canonica del parroco del Santuario Madonna della Libera don Michele Carrassi e lo spostamento in altra sede di don Michele Pio Cardone, parroco della chiesa madre di San Nicola di Mira.

Non avendo finora dato alcun esito le vie diplomatiche intentate attraverso le numerose comunicazioni dirette alla Curia arcivescovile dal Sindaco e dall’intera Amministrazione comunale, dal Consiglio Pastorale parrocchiale di San Nicola di Mira, da genitori, fedeli e semplici cittadini, ne è scaturita una petizione popolare spontanea che nel giro di qualche giorno ha raccolto quasi 2mila adesioni. “Una partecipazione di massa che ha sorpreso gli stessi coordinatori della petizione” – come spiega la catechista Maria Ciuffreda – “e che dimostra quanto i fedeli siano consapevoli del valore delle loro comunità parrocchiali. Da anni ci prodighiamo giorno dopo giorno per trasmettere valori positivi alle centinaia di ragazzi di ogni ceto sociale che frequentano l’oratorio e il solo poter pensare che tutto ciò possa finire è una cosa che ci rattrista infinitamente”.

“Affermiamo e confermiamo che vogliamo assolutamente un parroco per la chiesa madre di San Nicola di Mira affinché non vada vanificato tutto il lavoro del nostro sacerdote don Michele Pio Cardone” ribadisce Anna Maria Apicella del Consiglio Pastorale, cui segue l’appello della parrocchiana Pina Panella che a nome del popolo rodiano chiede che non venga soppressa la parrocchia di San Nicola in cui “abbiamo sposato i nostri figli e assistito a tante belle cerimonie”. Preoccupato anche il Sindaco dott. Nicola Pinto il quale si dice certo che un solo parroco sia nettamente insufficiente per le esigenze di una cittadina che in estate supera le 50mila presenze.

“L’appello non Le giunge da una fazione cittadina o da uno sparuto gruppo di facinorosi ma dall’intera popolazione” si legge nella lettera accompagnatoria alla petizione indirizzata al Vescovo e per conoscenza alle alte gerarchie ecclesiastiche e al Sindaco di Rodi Garganico. “Siamo purtroppo sicuri che la stessa Sua Eccellenza, nella scelta che dovrà compiere, potrebbe essere negativamente influenzata da pareri interessati e frutto di antipatie personali piuttosto che da giudizi oggettivi ed imparziali o comunque finalizzati al benessere collettivo. Per tali motivazioni, prima che venga assunta qualsiasi decisione difforme da quella da tutti noi auspicata e dettagliatamente specificata nel testo della petizione, chiediamo un incontro tra i rappresentanti della diocesi e la cittadinanza o una sua delegazione” nella speranza “che la vicenda possa definitivamente risolversi senza dar adito ad ulteriori occasioni di malessere cittadino, foriere di inutili tensioni sociali che sarebbero oltremodo deleterie per chi si troverà a dover assumere il nuovo incarico di parroco”.

Le disposizioni con le quali Mons. Castoro riorganizzerà la diocesi affidando i nuovi incarichi a parroco sono attese a giorni e solo allora sarà possibile capire se gli auspici della popolazione rodiana saranno stati accolti o se il Vescovo avrà preferito soluzioni diverse. Nel frattempo la petizione online continua a raccogliere adesioni e don Michele Pio Cardone “molto provato anche nella sua salute per tutte le cose che stanno accadendo nella città in questi giorni, invita a pregare e a rimanere uniti nell’amore” e annuncia che per tutto il tempo dell’estate si pregherà per l’Arcivescovo “perché il Signore lo aiuti in questo momento delicato per la sua salute” e “per tutti i fedeli di questa città perché il Signore doni serenità e aiuti tutti a comprendere la volontà di Dio”.

12 commenti

  1. Antonio de Cristofaro

    Anche Ischitella si ribellò….. risultato ( parrocchia unica ).

  2. Antonio de Cristofaro

    Uno solo ( ma Don Francesco in pensione collabora) Don Dino parroco unico di tutta Ischitella.

  3. Marco Sciarra

    Ma fin dalla parrocchia unica?

  4. Rosanna Farina

    purtroppo per mancanza di sacerdoti, accorpano le varie parrocchie in una unica. A Lissone addirittura ne hanno riunite cinque.

  5. Marco Sciarra

    A quanto pare il problema non è quello della mancanza di sacerdoti, ma prima di esprimermi in proposito aspetto di conoscere la posizione ufficiale della diocesi

  6. Rosanna Farina

    speriamo in una giusta soluzione

  7. Marco Sciarra

    ah certo, l’importante è che sia nell’interesse di tutti

  8. Giuseppe Romagnuolo

    La cosa che più mi stupisce e ciò che non dice niente alla luce del sole è il papa cosa costa dire chiaramente al popolo che la chiesa è in un momento difficile e che per questo è costretto ad accorpare le chiese. Quando la domenica si affaccia alla finestra o quando va a sorpresa nelle case della povera gente lo dica che preferisce ma tenere migliaia di ricconi vescovi e cardinali in lussuosissimi appartamenti e trascurare tagliando la vera presenza della chiesa fra la gente i preti chiudendo le chiese VERGOGNA se questo accadrà smettero’ di credere a quello che dice il papa.

  9. Gianni Russo

    Mancano i fedeli, la chiesa si è allontanata dalla gente, dovrebbe riabbracciare tutti e non discriminare, ma poi chi sono i preti x giudicare?

  10. Giuseppe Romagnuolo

    Vedi Gianni Russo in questi casi non sono i preti che giudicano la decisione la prendono vescovi cardinali ricchi e pieni di oro che vivono in appartamenti lussuosi, i preti sono quelli che stanno in mezzo alla gente che vanno a casa della gente. Il mio parroco don giuseppe dorme su una brandina perché ha dato la sua stanza a una famiglia povera che non ha un tetto, non lo dice ma so che paga le bollette a un paio di famiglie queste cose vescovi e cardinali non lo fanno.

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