A rendere possibile la ricostruzione di una testimonianza della memoria collettiva e delle pratiche di pesca l’attività sinergia di Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia e Comune di Rodi grazie a cui sono state messe in campo le necessarie risorse e competenze tecniche.
I lavori di ripristino avranno un costo complessivo di 50.000 euro, resi disponibili dalla Regione Puglia e dal Parco Nazionale del Gargano quest’ultimo si occupa anche della complessiva gestione dell’intervento, e termineranno entro la metà di settembre. La sostenibilità ambientale dell’opera è garantita dall’uso prevalente di legno e altro materiale naturale.
Parte così, da Rodi Garganico, il piano per la conoscenza, la valorizzazione e il recupero dei trabucchi oggetto di una specifica legge regionale (n. 2 del 27/01/2015) con cui si prevede lo stanziamento di 800.000 euro destinati al riconoscimento delle strutture storiche disseminate lungo la costa di Rodi Garganico, Peschici e Vieste quali ‘beni patrimoniali di grande valenza identitaria e paesaggistica da salvaguardare, valorizzare, recuperare o ripristinare’.
Ancora oggi questi giganti che sorgono sulle punte estreme della costa garganica sono strumenti di pesca utilizzati per intercettare e catturare, restando a terra, i branchi di pesci che si spostano dalle foci dei laghi Varano e Lesina alle grotte e alle insenature naturali delle falesie rocciose a sud di Capo Vieste dove depongono le uova.
Il fatto che l’attività si svolga interamente da terra rende questa particolarissima tecnica più ambientalmente compatibile di quella svolta a mare. Tant’è che è intento del Parco Nazionale del Gargano in accordo con la Regione Puglia promuovere la formazione di trabuccolanti, maestranze specializzate nella manutenzione anche straordinaria di queste belle e potenti macchine: capaci di proiettare le reti fino a 30 metri dalla costa e di raccogliere quintali di pesce con un’unica pescata.
Ecco perché i trabucchi sono straordinari testimoni della storia e dell’economia del passato, frutto dell’ingegnosità delle comunità garganiche, diventati suggestivi elementi del paesaggio che meritano di essere annoverati tra le strutture architettoniche, storiche e tradizionali e di essere tutelati e valorizzati dal Parco Nazionale del Gargano.
Bravissimi bella cosa.
In effetti dal belvedere mancava la vista sul trabucco e i faraglioni !