Una magnifica giornata di festa e di ricordi quella che, ieri, ha concluso le cerimonie dell’inaugurazione del porto Maria santissima della Libera di Rodi Garganico. Tantissimi gli ospiti che hanno voluto essere presenti per partecipare ad uno di quei momenti in cui il poter dire “Io c’ero” è, per tanti, importante come ricordare una delle date più significative della propria vita. Dal ministro Fitto al vice presidente della Camera, Leone, dal presidente della Provincia Pepe ai tanti consiglieri regionali e provinciali, il prefetto Nunziante e il suo vice vicario, Di Bari, il procuratore della repubblica di Foggia, Russo, gli ufficiali superiori di carabinieri, finanza e aereonautica; madrina d’eccezione Caterina Baliva, nota presentatrice di Raiuno. Insomma, difficile elencarli tutti, ma soprattutto la gente, la popolazione che ha voluto stringersi attorno al primo cittadino e all’intera amministrazione per testimoniare tutto l’apprezzamento per quanto realizzato a Rodi Garganico, e non solo, visto che il porto è punto di riferimento per tutto il territorio.
Non sono mancati i momenti di commozione, il ricordo di un passato pieno di angosce e di tragedie per tutta quella marineria locale che, tra l’800 e per buona parte del secolo successivo, attraversava l’Adriatico con i suoi ben 500 velieri, tra trabaccoli e bragozzi, facendo la spola tra il Gargano e la Dalmazia, Trieste e Venezia, simbolo di una solida tradizione marinara. Ora, finalmente, tutto questo è alle spalle, c’è un futuro che apre nuove vie di commercio e turismo che, si spera, possano garantire sviluppo e occupazione in un territorio in cui l’emigrazione continua ad essere, purtroppo, una costante.
Il sindaco D’Anelli, con il filo della memoria, ha sintetizzato tutto questo con una lettera aperta ai suoi concittadini. “Era una sera come tante, sempre uguale, anzi, con una costante, il paese si stava spopolando, molti avevano deciso di dare un senso alla loro vita sfortunata, e allora, perché non reagire? Bisognava trovare un rimedio. Partire, si! Partire? Ma per dove? Il miraggio era l’America.
Fu così che il sindaco Sarcinelli convocò in tutta fretta il consiglio comunale, perché quell’emorragia umana doveva essere fermata. “Scriviamo al Prefetto? No! Bisogna interessare il Primo Ministro, solo lui potrà aiutarci a costruire un porticciolo che sarà utile alla nostra gente, per dare un futuro ai nostri figli”. Era il 1908, quando Rodi delegava il suo destino alle insensibili attenzioni di un Governo, che giù di lì rispose solo arruolando qui pochi giovani rimasti, sottraendoli alle loro donne ed al tenero abbraccio di bambini, nati orfani, a causa di una inutile guerra che distrusse le residue speranze di un popolo già travagliato. Oggi, quell’appello è stato finalmente recepito, perché io e voi, figli di questa Rodi e di quella gente che un secolo fa rivendicava legittimamente un pezzo di pane.
Franco Matropaolo (foto di Marily Carnevale)