Per l’autismo una nuova legge da applicare in Puglia

autismoIntanto non sappiamo quanti sono.

E questo non è una buona cosa.

Un fenomeno che colpisce, e pesantemente, tante famiglie (si parla di 368.000, a livello nazionale). Un milione e mezzo di persone coinvolte direttamente. Un problema vero, in casa, sulla propria pelle.

Una realtà bruciante contro la non conoscenza, o una conoscenza superficiale, pur sempre colpevole, di un grave problema sociale.

Come programmare interventi se non si conosce come, dove, quanti sono?

Chi conosce sulla sua pelle cosa sono le stereotipie? Cioè avere accanto, sempre, nella tua vita, una persona che ossessivamente ti chiede e ti ripete sempre la stessa cosa? Che non ti ascolta, che non ti risponde, che non “cresce”, se non in età, senza passare mai alla fase della sua personale autonomia? Che dipende direttamente da te solo per i suoi bisogni primari?

La legge nazionale sull’autismo dell’altro giorno, intanto, è un significativo passo in avanti. Stabilisce di partire proprio con scientificità dalla realtà.

Finalmente, una presa di coscienza.

“Con un po’ di rabbia, ci ha dichiarato il padre di un figlio autistico.

Non è stata prevista alcuna forma di finanziamento alla nuova legge. Occorre fare ricerca adeguata per risalire al problema, alle sue cause, al conseguimento di terapie possibili e non solo mediche o farmacologiche, alla tutela di questi pazienti e dei loro nuclei familiari nei quali si presentano e vivono tali casi. Servono centri di eccellenza, che pur esistono e che vanno difesi e sostenuti. E c’è il dramma del problema del “dopo di noi”!

E’ necessario evitare forme di tagli generalizzati che proprio nel sociale, nella sanità portano spesso solo a drastiche diminuzioni del livello delle prestazioni. L’ulteriore passo dalle sospensioni alla soppressione di servizi, spesso primari, è davvero breve”.

“Una Sanità di qualità, ha dichiarato Napoleone Cera, Capogruppo dei Popolari, questo rischio lo deve evitare. Essa ci obbliga ad una ricerca accurata che stabilisca, per la Puglia, la quantità e la diffusione del fenomeno, la sua tipologia, gli interventi necessari, la possibilità di mettere in rete strutture presenti in realtà regionali contigue con cui poter interagire per essere in grado di offrire servizi di qualità il più possibile vicine ai nuclei familiari di provenienza dei pazienti. Serve una integrazione professionale di qualità con il mondo della scuola nella quale, spesso, si esercitano più attività di parcheggio o di ghettizzazione che di interazione costruttiva, di sostegno e di integrazione.

E’ il lavoro al quale dovranno dedicarsi prontamente, in modo congiunto, gli Assessorati regionali alla Sanità e al Welfare, il mondo della Scuola e le Famiglie degli autistici”

POPOLARI – GRUPPO CONSILIARE REGIONE PUGLIA

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