Il nuovo porto turistico di Rodi che stamane viene inaugurato lancia un ponte verso l’Adriatico. Mappe alla mano è il punto più ravvicinato con le isole della Croazia, la passerella verso le Tremiti a sole 18 miglia. L’arcipelago delle diomedee, pugliese d’elezione ma molisano d’adozione (Termoli docet), si staglia in lontananza: da oggi raggiungerlo sarà ancora più facile.
Nasce con una sua connotazione precisa il molo più a nord del Gargano: riappropriarsi delle sue acque territoriali. Non a caso abbiamo citato la Croazia e le Tremiti, ovvero i due punti di approdo che turisticamente parlando aprono scenari finora qui soltanto immaginati. Riappropriarsi della tradizione marinara per il centro garganico significa esplorare anche le frontiere del business.
Detto di Termoli che sui trasferimenti per le Tremiti è diventato il punto di riferimento per almeno il 50% degli spostamenti turistici e al 100% invernali. Ora anche la Croazia diventa un’opportunità da acchiappare al volo, meta turistica tra le più glamour degli ultimi anni, paradiso dei diportisti e dei tanti che vanno per male a vela.
Ne abbiamo parlato con il direttore del porto, Simone Lanzalone, per il quale il porto vanta già un piccolo vantaggio: «Abbiamo una clientela piuttosto variegata – elenca soddisfatto – i nostri clienti sono garganici e foggiani, ma anche romani, toscani, veneziani, tedeschi e olandesi. Abbiamo puntato sulla eterogeneità di uno scalo che vuole vivere tutto l’anno, ma per far questo ha necessità di stabilire un’osmosi con i suoi utilizzatori. Sarà fondamentale per l’affermazione di questo concetto, il ruolo dell’aeroporto: oggi sappiamo di poter agganciare una clientela internazionale grazie ai voli dal “Lisa” di Foggia. Apriamo i nostri orizzonti verso l’Europa dell’est e sulle chances che la liberalizzazione dei mercati e dell’Europa unita offrono in particolare ai turisti della Repubblica ceca e della Polonia. Cito i due paesi che registrano già un discreto numero di turisti sul Gargano».
Il porto dovrà svilupparsi attraverso la sua attività primaria, il diportismo, ma sarà fondamentale l’indotto: «Con i posti barca già venduti e con il traffico che si potrà generare, contiamo di far leva su almeno un migliaio di persone fra clienti abituali e di passaggio nel giorno medio. Naturalmente il porto offrirà le sue varianti, ad esempio un significativo indotto potrà svilupparsi con le attività commerciali della marina e del suo Yacht club. L’area sarà utilizzata per manifestazioni, concerti. Insomma questo porto è stato studiato come polo d’attrazione di un movimento che a Rodi Garganico manca da sempre».
Nel frattempo sui collegamenti si studiano nuove tratte. Se per le Tremiti il nuovo grande attracco da 45 metri consente all’armatore di impiegare da qualche settimana un’imbarcazione più grande, per la Croazia invece i tempi non sono ancora maturi. «Stiamo discutendo con la Ln navigazione (una società del gruppo Snav: ndr) – dice Lanzalone – la possibilità di istituire dal 2010 un collegamento diretto con le isole Lastovo, 60 miglia, Korcula e fino a Dubrovnik. E’ un’opportunità che vorremmo sfruttare appieno, vogliamo che si sappia che per chi s’imbarca da Rodi la navigazione dura meno rispetto a tutti gli altri porti italiani. Con queste prerogative riteniamo di essere già concorrenziali, ma naturalmente il mercato si consolida con la serietà delle proposte e la qualità dell’offerta. Noi pensiamo di avere i numeri per farci notare, abbiamo già programmato la partecipazione al prossimo salone nautico di Genova».
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno