L’allarme del sindaco Pinto per la cancellazione della sezione staccata del Tribunale

Come un drammatico ossimoro, la soppressione del tribunale di Lucera rappresenta nello stesso tempo la punta di un iceberg ma anche la goccia che ha fatto traboccare il vaso nei territori della Capitanata, come Gargano e Monti dauni, in cui la distanza pure fisica dai “centri istituzionali” aumenta ogni giorno di più. L’incontro di lunedì pomeriggio dei sindaci del circondario giudiziario con il prefetto di Foggia Luisa Latella è servito anche per lanciare un nuovo grido di aiuto e nello stesso tempo di protesta per quello che è stato già definito un vero e proprio “arretramento dello Stato”.

Sulla questione tribunale, in particolare, una penalizzazione ancora più evidente si registra per quei comuni dello sperone che si sono visti sopprimere la sede distaccata di Rodi Garganico, presidio di giustizia che ora costringerebbe a percorrere almeno 140 chilometri per soddisfare il proprio bisogno (e diritto) di giustizia. «Con questa decisione del Governo Monti si apre una vera e propria vertenza territoriale – ha attaccato il sindaco di Rodi Garganico Nicola Pinto – perché la nostra gente ormai protesta per diverse carenze già pesanti in termini di istruzione, sanità e trasporti. La nostra sede distaccata si deve salvare, altrimenti la nostra protesta non potrà che continuare per avere giustizia anche sulla giustizia».

Per una casualità quasi freudiana, dall’altro lato di quel tavolo della prefettura, quasi a marcare i due territori ai margini del centro della provincia, ha subito rintuzzato Saverio Lamarucciola, sindaco di Pietra Montecorvino, ormai portavoce suo malgrado dei centri del Subappennino che reclamano praticamente le stesse cose. Dalle parti dei Monti dauni, però, sono in fibrillazione da mesi, con la loro goccia rappresentata dalla riduzione ai minimi termini dell’ospedale Lastaria, altro presidio cruciale per la sopravvivenza di tante piccole comunità che, come nel caso del tribunale, sarebbero costrette a ricorrere a Foggia per il loro diritto alla salute.

«La soppressione del tribunale è solo la conferma del ritiro progressivo dello Stato da certi territori – ha detto davanti al prefetto – con l’assenza dei presidi istituzionali che si fa sempre più grave e pesante». Ma l’ossimoro nell’ossimoro è stato quasi l’attacco fuori dagli schemi istituzionali diretto ai primi cittadini da parte del presidente del Comitato per la difesa della legalità in Capitanata, sodalizio eterogeneo composto da professionisti e gente comune appositamente costituito per la difesa del tribunale. «Le nostre proteste non si fermeranno e cercheremmo di coinvolgere ancora le gente – ha detto Raffaele Preziuso – tuttavia i sindaci siano pronti a gesti anche più forti, perfino alle vere dimissioni qualora le nostre istanze rimanessero inascoltate».

Riccardo Zingaro per La Gazzetta del Mezzogiorno

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