L’estate bussa alle porte e l’Acquedotto Pugliese… risponde.
Dal puntuto Sperone al soffice Tacco, la sete “raddoppia”, tra la popolazione dei residenti e quella dei vacanzieri, alla ricerca di scorci incantati nella regione dei trulli.
Rodi è una perla lucente tra gli scogli bianchi, i pini odorosi e il mare turchino del Gargano.
D’inverno, dal primo cittadino all’ultimo pargolo, non conta molto più di 3000 anime.
Ma appena il sole comincia a sferrare i primi dardi (in verità, già agli inizi d’aprile), le strade, le piazze, i palazzi e i caffè cominciano a gonfiarsi fin quasi a scoppiare, per dare alloggio alle legioni dei villeggianti, impegnati ad occupare, a decine di migliaia, ogni lembo di sabbia difronte al mare che luccica.
Così, la “fame d’acqua” cresce a dismisura… ed ecco l’Acquedotto Pugliese pronto a all’emergenza.
L’Area Manutenzione & Engineering della Direzione Operativa MAT Avellino-Foggia ha ultimato in questi giorni le opere del nuovo serbatoio, in località Pietrafitta, a servizio dell’abitato di Rodi Garganico e delle sue marine.
I lavori, diretti dagli ingegneri Guglielmo Mecca (responsabile del procedimento) e Gerardo Russomanno (direttore dei lavori) e dal geom. Enrico Maggio (direttore operativo), hanno avuto l’obiettivo di accrescere la riserva idrica del vecchio serbatoio cittadino, migliorando l’approvvigionamento idrico della popolazione e dei turisti.
Il nuovo serbatoio, della capacità di 3000 mc, dotato di sofisticate apparecchiature di misura e controllo è stato realizzato con criteri antisismici in calcestruzzo armato. Con uno sguardo particolare rivolto all’architettura dei luoghi e al paesaggio mediterraneo, e con una spiccata sensibilità per l’ambiente, visto che l’opera ha riqualificato un sito già sede di una cava dismessa.
Persino l’illuminazione notturna, realizzata con tenui ma efficaci lampade ai vapori di sodio, risulta rispettosa dell’habitat circostante.
Il nuovo serbatoio di Rodi Garganico è il terzo costruito negli ultimi quindici anni sullo Sperone pugliese, dopo quelli di Vieste (12.000 mc) e Piana di Mattinata (1.500 mc), mentre ne sono già in programma altri due a Peschici (7.500 mc) e Apricena (12.000 mc).
Un fronte d’acqua di tutto rispetto.
E allora, che l’invasione dei nuovi legionari cominci pure!
Mimmo Larovere