Dopo sette anni il cittadino onorario di Rodi Garganico e procuratore capo Vincenzo Russo lascia Foggia per andare a dirigere la procura di Lodi. Anni di intenso lavoro e impegno non solo negli uffici giudiziari, come è stato evidenziato ieri nel corso del saluto ufficiale che si è svolto nell’aula della corte di assise. Il procuratore è stato, in un certo modo, anche la coscienza critica del territorio. Numerosi i suoi interventi e riflessioni su vicende come la chiusura del teatro Umberto Giordano o della cattedrale di Foggia. E poi il lavoro, che lo ha esposto anche a minacce. Come quando nell’ottobre del 2010 qualcuno gli fece recapitare una busta contenente tre proiettili di pistola e messaggi intimidatori. Originario della Campania, per Russo arrivare a Foggia sette anni fa è stato un felice ritorno in un territorio che lo aveva, già ospitato quando fu mandato a ricoprire l’incarico di pretore a Rodi Garganico. E come riconoscimento di questo impegno per la Capitanata il 15 gennaio, in occasione della cerimonia di inaugurazione del nuovo anno universitario, il Senato accademico e il rettore Giuliano Volpe consegneranno a Russo il sigillo dell’Università di Foggia.
«Un riconoscimento – ha detto Volpe – per lo straordinario lavoro svolto non solo per contrastare efficacemente la delinquenza organizzata e i diversi ambiti dell’illegalità – ma anche per l’affermazione di una più diffusa cultura della legalità e del rispetto delle regole e per le denunce che, con coraggio civico, ha spesso pubblicamente rivolto verso quelle zone grigie di contiguità con la criminalità».