Il nuovo bando per l’allungamento della pista del «Gino Lisa» di Foggia sarà emanato a giorni. E conterrà – a scanso di ogni preoccupazione – l’esplicito riferimento alla procedura in atto. Ossia alla valutazione, in corso presso la Commissione europea, per l’accertamento se il finanziamento pubblico da 14 milioni configuri o meno un «aiuto di Stato» ai sensi delle norme del Trattato europeo. L’ingarbugliata matassa attorno all’aeroporto foggiano è stata, dunque, sciolta con la revoca del vecchio bando: quello sospeso a novembre dopo che gli atti sono stati inviati a Bruxelles. La decisione (revoca e nuovo bando) è maturata dopo gli accertamenti tecnico-legali compiuti nei giorni scorsi dall’assessorato ai Trasporti e da Aeroporti di Puglia, società a controllo regionale, soggetto attuatore della gara.
La decisione è stata accolta con favore, soprattutto a Foggia, dove il rallentamento della procedura aveva destato allarme e preoccupazione. “E la risposta – dice il deputato foggiano Michele Bordo, Pd – che tutta la Capitanata ha voluto e ottenuto. In realtà, sono sempre stato convinto del fatto che si potesse portare a termine la procedura di gara in atto (vecchio bando, ndr), pur in attesa del richiesto pronunciamento dell’Europa”. Si sarebbe potuto, in effetti. Ma cosa lo ha impedito? In Regione, a microfoni spenti, si allude a una circostanza: il sospetto avanzato dall’opinione pubblica e dagli enti locali foggiani che la sospensione fosse un espediente per rinunciare all’investimento ha indotto la giunta a una scelta radicale. Ma c’è stata anche una questione di precauzione. Il vecchio bando, infatti, già prevedeva una clausola di sicurezza: metteva al riparo la società attuatrice (Adp) da richieste di risarcimenti da parte dell’azienda vincitrice della gara d’appalto, nel caso in cui Bruxelles avesse accertato che il finanziamento è da considerare) in toto o in parte, «aiuto di Stato». Ma quella clausola non garantiva totalmente l’Adp.
«La questione – spiega il direttore amministrativo Patrizio Summa – ruota attorno alla conoscenza dell’invio degli atti all’Ue. Il vecchio bando considerava la segnalazione a Bruxelles come una pura eventualità». Viceversa, il fatto che la Regione avesse realmente notificato gli atti alla Commissione e avesse informato della circostanza Adp, imponeva l’obbligo di darne contezza anche agli eventuali partecipanti alla gara, «Non farlo – aggiunge Summa – avrebbe potuto configurare una responsabilità pre-contrattuale». Tradotto: nel caso in cui Bruxelles si fosse pronunciata per la configurazione di «aiuto di Stato» dopo la conclusione della gara, l’impresa vincitrice avrebbe potuto eccepire di non essere stata informata delle procedure in atto. Di aver partecipato a una gara potenzialmente a rischio.
eee vogghjjee a fee’ bandi;: in ITALIA SAI QUANTE BANDE CI SONO ?