Portano la data del 28 giugno e del 30 giugno 2016 le due autorizzazioni rilasciate dal sindaco di Rodi Garganico e relative ai fuochi pirotecnici da accendersi in occasione della festa patronale dei giorni 2 e 3 luglio. Lo si apprende dalle copie dei documenti affissi in città stamattina e da qualche ora fatti circolare anche sul web.
In particolare, è proprio l’autorizzazione protocollo 7483 del 28 giugno 2016 che, preso atto della domanda del responsabile dell’azienda interessata, prevede l’accensione dei fuochi pirotecnici intorno alle ore 10.30 circa e alle ore 13.30 circa, in concomitanza quindi con l’uscita ed il rientro della processione dedicata alla Madonna della Libera, protettrice di Rodi Garganico.
Resta a questo punto da chiarire se gli organizzatori dei fuochi pirotecnici e gli artefici della plateale protesta messa in atto ieri con il blocco del corteo religioso, così come previsto dalla legge, erano stati messi al corrente delle autorizzazioni concesse dal sindaco e, nel caso, le vere motivazioni che si celano dietro tale atto.
A questo punto? A me viene di pensare che I protestatori potrebbero anche essere stati insufflati… politicamente. E’ tutto uno sporco gioco? Era quello il luogo? Era quello il momento? Più passa il tempo, più mi convinco di quanto avesse ragione Camillo Benso conte di Cavour! LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO: A Cesare quel ch’è di Cesare, a Dio quel ch’è di Dio! Si riferisce che lo abbia detto Gesù. Più autorità di Lui?
Anche Cenerentola ottenne dalla matrigna l’autorizzazione ad andare al ballo (a condizione che avesse prima svolto una serie di adempimenti che, di fatto, rendevano impraticabile l’autorizzazione). Nel caso specifico, formalmente il Sindaco si é posto in una posizione di pieno rispetto della legalità. Aggiungo e sottolineo che arrovellarsi sull’esistenza o meno delle autorizzazioni serve, in questo caso, solo ad allontanarsi dal cuore del problema, che, prima che giuridico, é e resta eminentemente POLITICO. Termine da intendersi in senso lato. Dal punto di vista civile e politico, l’efficacia dell’imposizione del rispetto della legalità passa necessariamente per la riconosciuta e condivisa autorevolezza dell’Autorità che la impone. LADDOVE questo elemento difetti, l’Autorità di cui sopra dovrà necessariamente ricorrere e schermarsi dietro la coercizione e l’uso della forza pubblica. Evenienza che se anche nel caso di specie risulti pienamente legittima sul piano giuridico, sottintende un fondamentale fallimento sul piano politico. In parole povere: quando il rispetto della legalità e dell’Autorità inizia a dipendere esclusivamente dalle potenzialità coercitive connesse alla funzione, vuol dire che si é verificata un’alterazione grave nel rapporto di fiducia sottinteso tra la cittadinanza e l’Autorità in discorso. Evenienza che suggerirebbe di trarne le necessarie e sagge conseguenze sul piano politico, che tuttavia dipendono dalle valutazioni e dalla sensibilità istituzionale dei soggetti politici coinvolti. Alla mia città, tanti auguri di un presente migliore.
I protestatori? E la ditta incaricata ed autorizzata a sparare? Perché non si è presentata? Cosa è successo veramente?
Colvin Maria Cannarozzi A queste ultime domande (come ad altre di prima) non posso rispondere, sia perché non so sia perché non rientra nelle mie competenze: io parlo sempre a carattere generale; nei particolari, possono scendere solo coloro che abitano e vivono nella realtà rodiana.