Si intitola “Duisburg-Linea di sangue” il nuovo film che Raiuno propone in prima serata mercoledì 22 maggio, nell’ambito della ‘Settimana della Legalità’. Il film, prodotto da Rai Fiction e Iterfilm, racconta le vicende che hanno portato all’arresto dei responsabili della strage compiuta nella cittadina tedesca che gli dà il titolo la sera di Ferragosto del 2007. E, molto probabilmente, è un film coraggioso visto che la ‘ndrangheta (la strage, in cui sono morti sei giovani, è stato l’ennesimo tassello di una faida maturata nella criminalità organizzata calabrese) non ha gradito e ha manifestato il suo punto di vista impedendo alla troupe di girare il film a San Luca, il paesino dell’Aspromonte considerato la “capitale” della ‘ndrangheta.
«Ci sono arrivati segnali e anche lettere minatorie che sarebbe stato meglio non girare lì» ammette la produttrice Laurentina Guidotti che ha dirottato le riprese nel Gargano e precisamente a Rodi Garganico, Peschici e Vieste. Una circostanza che rischia di apparire paradossale: un film che racconta la vittoria dello Stato sulla ‘ndrangheta ma che non si può girare nei luoghi della ‘ndrangheta perché questa non vuole. Il direttore di Rai Fiction Tinni Andreatta spiega: «La guerra contro la ‘ndrangheta è fatta di battaglie. Quella della strage di Duisburg è una delle grandi vittorie dello Stato e per la Rai in quanto servizio pubblico è fondamentale tenere vivo il ricordo delle battaglie che sono state combattute e vinte. Poi, però, c’è la responsabilità di mettere in sicurezza le troupe. E, comunque, in Calabria abbiamo girato ‘Liberi di scegliere’ che è andata in onda poco tempo fa. In Calabria ci sono anche tante persone perbene».
Tornando alla storia, ‘Duisburg’ è diretto da Enzo Monteleone e interpretato da Daniele Liotti e Benjamin Sadler con Anna Ferzetti, Brenno Placido, Vincenzo Ferrera, Marina Crialesi, Massimiliano Frateschi e Ester Pantano. Liotti è il commissario Michele Battaglia, calabrese, inviato a Duisburg per collaborare alle indagini sulla strage con il collega tedesco Thomas Block. Grazie all’intuito e alla determinazione di Battaglia, i due faranno luce sul vero movente della strage e riusciranno ad arrestare i colpevoli. Liotti spiega: «Battaglia non è un supereroe ma un essere umano che ogni giorno si mette la divisa e combatte la lotta secolare contro il crimine organizzato. Ha una moglie che aspetta una bambina e un figlio di dieci anni».
Per interpretare il ruolo del commissario, Liotti si è documentato ma, soprattutto, ha incontrato il vero poliziotto che ha arrestato i colpevoli della strage: «Mi ha colpito la generosità con cui una figura importante come lui affronta il proprio lavoro, rischiando ogni giorno la vita». «Gli ho chiesto se ha paura e mi ha risposto che non può permetterselo; poi gli ho chiesto il perché non abbia la scorta e mi ha risposto che, se così fosse, dovrebbe metterla a tutti quelli che, come lui, lottano contro il crimine organizzato – spiega -. E attenzione: il suo lavoro non è solo andare in macchina o puntare una pistola; può voler dire anche stare sei mesi fermo con una cuffia per ascoltare le intercettazioni».
L’attore si dice contento perché «il film accende le luci sul poliziotto e sull’essere umano Battaglia. Ormai siamo avvezzi a prodotti come ‘Gomorra’ e ‘Suburra’ che esaltano il lato criminale. Io dico: attenti, dare troppo spazio ai criminali può fornire modelli sbagliati soprattutto ai più giovani». Il regista Monteleone aggiunge: «Volevamo raccontare il percorso e l’abilità di un servitore dello Stato che non ha super poteri ma sa fare bene il suo mestiere. Per fortuna nel nostro Paese ne abbiamo tanti, andiamo avanti grazie a loro».