Il Piano d’Ambito 2009-2018 – una sorta di piano regolatore che interessa tutti gli interventi e le opere da realizzare per rendere efficiente il sistema idrico pugliese – vedrà finalmente la luce dopo anni di contenzioso e di stop and go . Ieri, il presidente dell’Ato (Autorità d’ambito territoriale ottimale) della Puglia, Vincenzo Zaccaro, ha comunicato all’assessore regionale ai Lavori pubblici, Fabiano Amati, che il comitato esecutivo ha dato via libera. Ora dovrà passare all’approvazione dell’assemblea la prossima settimana.
Oltre 350 pagine fitte fitte nelle quali si individuano risorse e interventi a fronte dei quali la tariffa che attualmente i pugliesi pagano lieviterà del 10% passando da 1,31 euro al metro cubo per i servizi di acqua, fogna e depurazione – a 1,43 (o 1,44) euro, a partire da gennaio prossimo, con incrementi previsti del 5% ogni anno, fino al 2018. «In realtà – spiega l’assessore Amati – è la differenza che passa fra un caffè a un espressino. Quel 10%, infatti, potrebbe spaventare i pugliesi che non hanno motivo di essere preoccupati perché – come ha già spiegato alle famiglie l’assessore al Bilancio Michele Pelillo – l’aumento sarà ammortizzato dalla eliminazione della tassa sulla benzina e dalla cancellazione dell’addizionale Irpef».
L’assessore Amati è ovviamente molto soddisfatto per l’approvazione (seppure non definitiva) di questo strumento, un traguardo al quale aveva lavorato da vicepresidente Anci anche prima del suo insediamento. In realtà, il presidente dell’Ato, Zaccaro ha parlato di un aumento inferiore al 10% perché è vero che la tariffa che i pugliesi pagano è attualmente di 1,31 euro, ma avrebbe dovuto essere di 1,36 euro. Il Coviri, il Comitato di vigilanza delle risorse idriche, infatti, aveva revocato nel gennaio scorso l’aumento della tariffa da 1,31 a 1,36 euro al metro cubo dell’acqua, deciso dall’Ato il 30 ottobre 2008, ritenendo la delibera dell’Ato «illegittima». Spiega Vincenzo Zaccaro: «Con questo piano potranno finalmente essere utilizzati finanziamenti che fino ad oggi erano rimasti bloccati per il risanamento delle condutture che attualmente perdono il 56% di acqua e che, dopo gli interventi, ridurranno la perdita alla metà, al massimo al 25/30%». A questa mission è infatti dedicato il 60% degli investimenti previsti. Il resto riguarderà «l’efficientamento dei depuratori e l’estensione del servizio Aqp ad altre aree attualmente non servite».
Per questi scopi «saranno recuperati circa 40 milioni di euro – spiega ancora Zaccaro – somme già destinate nel bilancio Aqp per investimenti che però non sono stati mai effettuati e che ora l’Aquedotto si impegna a realizzare nei prossimi 10 anni». Inoltre, «la Regione erogherà altri fondi pubblici destinato ad investimenti per 500 milioni di euro da spendere in 10 anni e altrettanti ne mette a disposizione Aqp per un totale di un miliardo di euro da utilizzare fino al 1018», garantisce l’assessore Fabiano Amati.