Prosegue progressivamente e inesorabilmente l’urbanizzazione della Piana di Calenella, ultima grande pianura sulla costa del Gargano che era rimasta sostanzialmente integra dal punto di vista naturale. Oggi purtroppo, evidenzia il WWF Foggia, non è più così.
Dopo la strisciante realizzazione negli anni scorsi di un’area di sosta camper e di un parcheggio a ridosso della spiaggia, a quanto pare privi di autorizzazioni, un’altra opera si appresta a fare la luce nella splendida baia.
Come confermato anche dai dettagliati dossier sull’argomento del quotidiano l’Attacco, l’imprenditore Ciro Pistillo ha acquistato una grossa fetta di piana e finora ha realizzato un percorso naturalistico-turistico, un’area per la sosta dei camper, tubature e bocchettoni per idranti ogni trenta metri, una strada nel mezzo dell’area di proprietà e, per ultimo, un lido, denominato Calè.
Tutto questo, evidenzia il WWF, è stato realizzato nonostante la piana di Calenella, oltre a far parte del Parco Nazionale del Gargano, sia caratterizzata da numerosi vincoli quali Rete Natura 2000, Paesaggistico, Piano Tutela delle Acque, Piano Assetto Idrogeologico (PAI), Vincolo idrogeologico. La piana di Calenella rappresenta inoltre una connessione naturale tra due promontori (la pineta Marzini a ovest e Monte Pucci a est) e tra l’entroterra e il mare. Va anche considerato che l’area interessata alle realizzazioni, come il parcheggio dei camper, è localizzata in prossimità di una piana alluvionale ad alta pericolosità idraulica.
L’imprenditore Pistillo afferma di avere tutte le autorizzazioni e le carte in regola ma i tecnici del comune di Vico del Gargano, competente per il territorio di Calenella, lo smentiscono categoricamente. Nel frattempo l’imprenditore non si ferma e prosegue nella sua irruzione demolitrice della stupenda natura di Calenella.
É la solita storia, si fanno esposti e denunce ma non viene fermato l’assalto al territorio, situazione inquietante perché sintomatica di una pericolosa deriva delle Istituzioni che sembrano aver abdicato al loro ruolo, sposando la logica del lasciar fare.
Nella triste e inquietante vicenda della Piana di Calenella, evidenzia il WWF, è sicuramente il Parco del Gargano a dover far sentire la sua presenza. Fra le principali funzioni di un Parco vi è, infatti, ovviamente quella della difesa e della conservazione del territorio, intervenendo proprio quando i singoli comuni, per inerzia o convenienze elettorali, non arrestano la distruzione del territorio provocata da una concezione becera e miope del turismo.
Per l’assalto alla Baia di Calenella il WWF chiede in definitiva all’Ente Parco di adempiere pienamente agli scopi istituzionali, assumendo un ruolo più rispondente alle aspettative di un territorio troppo esposto agli appetiti degli imprenditori più spregiudicati. Una situazione da cui il Parco non può tirarsi fuori considerato, ad esempio, che la Legge quadro 394/91 sulle aree protette all’articolo 29 stabilisce che il legale rappresentante dell’area protetta in caso di attività non autorizzate dispone l’immediata sospensione dell’attività ed ordina la riduzione in pristino a spese del trasgressore e in caso di inottemperanza provvede all’esecuzione in danno degli obbligati e, qualora risultino impercorribili altre procedure, in base all’articolo 41 del D.P.R. 380/ 2001, può avvalersi per la demolizione delle strutture tecnico-operative del Ministero della difesa.
“Sulla aggressione alla piana di Calenella – ha dichiarato Carlo Fierro presidente del WWF Foggia – il Parco del Gargano deve intervenire risolutamente in quanto è in gioco la sua stessa credibilità. Di fronte alla profanazione ininterrotta di una delle aree più integre del Gargano si ha, infatti, l’impressione che negli artefici della stessa sia maturata una convinzione d’impunità. Assistendo impotenti a quanto avviene, è prevedibile che i cittadini possano chiedersi: ma allora il Parco che ci sta a fare?”.
Siamo sciagurati!
Il guaio è che, evidentemente, l’area è di proprietà privata. Ed a ciò si aggiunge la cecità dei comuni, nel cui agro l’area insiste, che, per intascare quattro soldi di tasse, concedono di far coprire tutto di cemento. E sarebbe un danno limitato se non si arrivasse sulla spiaggia! Ma, una volta avviate le concessioni, i comuni si fermerebbero? Quanto ad essere uno SCHIFO, è uno SCHIFO!
Condivido che le bellezze del Gargano vanno tutelate. Sono più di due anni che il Gargano incrementa la presenza di turisti, (luglio e Agosto tutto esaurito). Il che significa che è il momento di aumenta la capacità ricettiva realizzando altri insediamenti per turisti. Più ptesenze uguale più lavoro e relativa ricchezza. Il villeggianti amano il panorama ma soprattutto amano stare comodi e rilassarsi, altrimenti non si spiega il successo dell’:orribile riviera romagnola. Sul Gargano c’è ancora tantissimo spazio per edificare senza arrecare danno alla natura.
Infatti, è dalla riviera Romagnola che si stanno spostando nel Gargano in cerca di mare e di natura!
L’incremento dei turisti è dovuto solo ad una più corretta promozione del territorio, anche grazie ai media.
Quando il Gargano diventerà ” comodo” come la Romagna, perderemo di nuovo i turisti e conserveremo il cemento. Piuttosto bisognerebbe organizzarsi per migliorare quello che c’è, e per creare nuovi interessi, così da destagionalizzare il turismo garganico. Ne avremmo di itinerari culturali da proporre! Recuperiamo i centri storici…sono sopravvissuti per centinaia di anni, perchè non vanno più bene?
Come si fa a non essere d’accordo sulla destagionalizzazione. Ma di turisti che si fanno centinaia di Km in auto per un giretto nei centri storici ed un picnic in foresta non sono in tanti. I romagnoli hanno il cemento, il tutto esaurito e tanti posti di lavoro per i nostri ragazzi pugliesi. ..
Ben detto. Condivido tutto non distruggiamo l’unica nostra ricchezza
Non conosco la situazione e mi astengo dal giudicare, però è luogo comune in Italia – chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati –
Gli abusi di Pistillo sono noti a tutti. Quest’estate al Cale’ la Forestale veniva a fare prendersi il caffé senza fare nulla e, aggiungo io, senza vergogna. I Carabinieri sono al corrente della situazione e non muovono un dito. La procura si gira dall’altra parte.
Io la vedo così: chi non fa nulla è complice.
Conosco la situazione di Calenella, la stessa che ha portato al progressivo peggioramento di altre zone del Gargano (vedi il caso abbastanza recente la spiaggia di Zaiana). Di sicuro c’è un grosso problema di inazione delle istituzioni pubbliche. A volte, però, mi viene il dubbio che – a fianco delle le “denunce” generiche su siti internet – non ci siano delle denunce vere presso le autorità preposte. Anche il peggiore dei rappresentanti delle autorità di vigilanza. se ci sono delle denunce circostanziate è obbligato a intervenire: se non lo fa rischia di essere denunciato ai suoi superiori e, via via, ai superiori dei suoi superiori, ecc..
Quindi, se davvero le autorità preposte non fanno niente, i casi sono due: A) non c’è nessuna denuncia ufficiale ma solo generiche lamentele (che se carabinieri, forestale e capitaneria non hanno voglia di intervenire, servono a poco) B) le denunce ci sono ma le autorità di vigilanza non fanno il loro lavoro e, a quel punto, bisogna trasmettere la denuncia ai loro superiori…. prima o poi qualcosa faranno.