Con due distinte ordinanze il Sindaco di Rodi Garganico prende atto delle criticità segnalate dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste in alcuni tratti di costa ricadenti nel territorio comunale e dispone gli opportuni provvedimenti a salvaguardia dell’incolumità di cittadini e turisti
In relazione ai fenomeni di dissesto idrogeologico di costoni rocciosi della costa garganica, durante la stagione estiva 2014, l’Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste individuò alcuni specchi acquei ricadenti nel territorio comunale di Rodi Garganico pericolosi per la pubblica e privata incolumità a causa di possibili cedimenti, crolli e distacchi, che sarebbero potuti verificarsi dalle retrostanti aree demaniali marittime. Ne seguì l’Ordinanza n. 38/2014 del 30.07.2014 con la quale il Capo dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste dispose l’interdizione alla navigazione, la sosta e l’ancoraggio di tutte le unità navali in genere, la balneazione, la pesca professionale e/o sportiva con qualunque tecnica, nonché l’espletamento di qualsiasi attività subacquea e di superficie connessa ai pubblici usi del mare, nello specchio acqueo prospiciente un consistente tratto di muro di contenimento della strada statale 89, nonché nello specchio acqueo a ridosso delle gallerie della tratta ferroviaria in concessione alle Ferrovie del Gargano compreso tra il Porto Turistico Marina di Rodi Garganico e la Riviera di Ponente, al disotto del quartiere denominato Cambomilla.
Quartiere che nel corso degli anni è stato oggetto di tre consistenti interventi di consolidamento per contrastare il rischio idrogeologico che determinarono un miglioramento dei coefficienti di sicurezza superiori a quelli imposti dalla normativa, mentre la stessa tratta ferroviaria distinta dalle progressive chilometriche 69+296 e 69+558 in uno alle due gallerie parietali è stata interessata da interventi di consolidamento effettuati direttamente dalle Ferrovie del Gargano. Nel caso del tratto di costa sulla strada statale 89, l’erosione marina ha provocato lo scalzamento al piede della fondazione di un consistente tratto di muro di contenimento, con conseguente messa a nudo sia delle opere fondali che di una massicciata originariamente posta a protezione del muro all’atto della sua edificazione. Anche in questo caso, dopo gli eventi calamitosi del settembre 2014, il Comune di Rodi Garganico è intervenuto mediante opere finalizzate a ripristinare la funzionalità della zona di costa sabbiosa tra Rodi Garganico e San Menaio, con un contributo della Regione Puglia di 300mila euro destinato al ripascimento della zona costiera tra il porto turistico Marina di Rodi Garganico e il canale Asciatizza in località Mulino di Mare a ridosso della statale 89 verso San Menaio.
Interventi che evidentemente la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, nella persona del Sostituto Procuratore Di Giovanni, non ha ritenuto del tutto sufficienti o adeguati tanto da far scattare, ad un anno dalle ordinanze della capitaneria di porto, la richiesta shock di procedere col sequestro delle zone interessate dal rischio idrogeologico, misura cautelare che il giudice per le indagini preliminari ha inteso accogliere portando di fatto all’apposizione dei sigilli avvenuta qualche giorno fa.
Nel frattempo che vengano portate a termine le procedure anticipate dal Sindaco Nicola Pinto agli organi di stampa per chiedere il dissequestro delle aree in questione, lo stesso primo cittadino di Rodi Garganico ha inteso emanare le ordinanze n. 62 del 23 Luglio 2015 e n. 63 del 30 Luglio 2015 con le quali ha vietato per motivi di sicurezza e per garantire la pubblica e privata incolumità, la sosta, il transito di mezzi e di persone e la balneazione nel tratto di costa sotteso dalle coordinate WGS84 da A: 41°55,855’N; 15° 54,456’E a B: 41° 55,815’N; 15° 54,139’E, identificato in catasto dalle particelle 819 e 1391 del foglio 9 nonché nel tratto di costa sotteso dalle coordinate WGS84 da A: 41°55.856’N; 15° 53,164’E a B: 41° 55,789’N: 15° 52,752’E, individuato in catasto dalle particelle 964, 965, 970 e 1139 del foglio 7.
Con le stesse ordinanze è stata anche disposta l’apposizione nelle aree di che trattasi – evidenziate nella cartografia con una linea continua di colore rosso – di adeguata cartellonistica ad opera del locale ufficio di Polizia Municipale.
Non bastava la vergogna del dissesto! Ora scattano anche i divieti! Se la magistratura si accorgerà della situazione di corso Giannone qualcuno passerà ferragosto al fresco!